Cardinale George Pell: “Senza Dio non siamo nulla”

Intervento al Festival of Dangerous Ideas all’Opera House di Sydney

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di Inma Álvarez

SYDNEY, martedì, 6 ottobre 2009 (ZENIT.org).- “Continuerò a credere nell’unico e vero Dio dell’amore perché penso che nessun ateo possa spiegare il sorriso di un bambino”. Lo ha affermato il Cardinale George Pell, Arcivescovo di Sydney, al Festival of Dangerous Ideas (“Festival delle Idee Pericolose”) celebrato questo fine settimana all’Opera House di Sydney.

Il Cardinale ha partecipato a un dibattito pubblico al quale erano presenti anche lo scrittore antireligioso inglese Christopher, con un intervento intitolato “Religion Poisons Everything” (“La religione avvelena tutto”), e la nota femminista e docente Germaine Greer, intervenuta sul tema “Freedom, The Most Dangerous Idea of All” (“Libertà, la più pericolosa delle idee”).

Secondo quanto ha comunicato a ZENIT l’Arcidiocesi di Sydney, il porporato si è riferito alla questione dell’esistenza di Dio circa il rapporto tra fede e scienza e circa l’ateismo e il laicismo occidentale.

Sulla questione del rapporto tra scienza e fede, il Cardinale Pell ha affermato che “anche se molte persone, inclusi gli antiteisti e i provocatori, considerano ancora Dio come un nemico, i recenti sviluppi nella fisica e nella biologia hanno rafforzato la considerazione di Dio come un matematico di prima categoria”.

Il porporato ha affermato che “non è possibile arrivare a Dio nel contesto della scienza, perché Dio è fuori dallo spazio e dal tempo”.

Citando Anthony Flew, un filosofo e ateo noto e influente che di recente ha cambiato opinione proclamando che esiste un Dio, il Cardinale Pell ha detto che quando si studia l’interazione dei corpi fisici, come le particelle subatomiche, si fa scienza.

“Quando ci chiediamo come o perché esistono queste particelle, andiamo dalla fisica alla metafisica, stiamo facendo filosofia”, ha aggiunto.

“Il Dio su cui stiamo discutendo non è un Dio contrattato per riempire i vuoti della nostra conoscenza scientifica attuale, che si riempiranno quando la scienza progredirà”.

“E’ l’insieme dell’universo che non si spiega da sé, includendo l’infrastruttura e gli elementi che comprendiamo scientificamente”, ha osservato.

Ateismo o anticristianesimo?

Interpellato sul perché molti australiani sono non credenti, atei o agnostici, il Cardinale ha detto che solo il 17% della popolazione non accetta l’esistenza di Dio.

L’assenza di Dio nel dibattito australiano non si deve ad alcuna teoria politica anglofona, ma piuttosto all’ostilità laicista nei confronti del cristianesimo, ha affermato.

“Spesso Dio si vede preso nell’ostilità laicista per la difesa cristiana della vita umana, soprattutto all’inizio e alla fine, per la difesa cristiana del matrimonio, della famiglia e del legame della sessualità con amore e vita”.

“In questi conflitti culturali si trova l’origine della maggior parte dell’odio per Dio e per la religione, mentre i nuovi atti di violenza di una minoranza di terroristi islamici hanno dato ai laicisti occidentali nuovi motivi per attaccare tutte le religioni”, ha aggiunto.

Secondo il porporato, per misurare la popolarità internazionale di Dio bisogna solo guardare alle tendenze attuali che indicano che la Cina alla fine del XXI secolo potrebbe avere la maggiore poplazione cristiana di qualsiasi Paese del mondo.

Nelle sue conclusioni, si è detto “stupito” vedendo tante persone in Occidente incapaci di credere, soprattutto nelle Nazioni collegate culturalmente al cristianesimo e all’ebraismo.

“Per me la questione è troppo importante per essere lasciata alla polemica o all’autocompiacimento”, ha sottolineato.

“Continuerò a credere nell’unico e vero Dio dell’amore perché penso che nessun ateo possa spiegare il sorriso di un bambino”.

“Il recente tsunami ci ricorda brutalmente il problema della sofferenza degli innocenti, ma questa sofferenza è peggiore se non c’è una vita in seguito per equilibrare la bilancia della disgrazia e dell’ingiustizia, e ancor peggiore se non c’è innocenza o colpevolezza, se non c’è bene né male, se tutto ha il significato morale della schiuma di un’onda”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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