di Jesús Colina
CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 5 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Per il Cardinale relatore del Sinodo per l’Africa, per evitare la diffusione dell’Aids è più efficace investire in antiretrovirali che nella produzione di preservativi.
Come ci si aspettava, nella prima conferenza stampa di questa assemblea episcopale, alla quale ha partecipato il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Arcivescovo di Cape Coast (Ghana), i giornalisti hanno posto una domanda sul preservativo e sulla prevenzione dell’Aids.
Il Cardinale ha riconosciuto la tragica situazione del sud del continente, dove ha constatato che i giovani stanno morendo, e ha presentato un’analisi alla luce dei risultati degli ospedali cattolici che, ad esempio in Ghana, assistono un importante numero di malati di Aids.
In questo momento, ha constatato, ci sono due proposte prevalenti per far fronte all’epidemia: la scoperta degli antiretrovirali e l’uso del preservativo.
Citando i risultati dei centri assistenziali, ha affermato che “l’utilizzo dei preservativi diventa efficace solo nelle famiglie in cui la coppia è fedele”.
Per dare garanzie, il preservativo richiede “fedeltà”, in particolare nel caso in cui uno dei membri della coppia sia affetto dal virus.
“Stiamo parlando di un prodotto industriale e ci sono varie qualità”, ha osservato. Quando i preservativi che arrivano in Ghana sono di qualità, “danno un senso di sicurezza che finisce per facilitare la diffusione dell’Aids”.
Per questo, ha constatato, senza la fedeltà nella coppia il preservativo non dà risultati.
Il porporato ha quindi analizzato la situazione dei farmaci antiretrovirali, che danno risultati confermati ma sono troppo cari per la popolazione.
Per questo, per ottenere risultati sicuri, ha suggerito a quanti devono prendere decisioni per evitare la diffusione del virus dell’Aids di investire le risorse nel finanziamento degli antiretrovirali e non tanto nei preservativi.
Allo stesso modo, ha sottolineato la necessità di investire nella ricerca.