ROMA, lunedì, 5 ottobre 2009 (ZENIT.org).- La Santa Sede si sta sforzando di far capire al mondo che è giunta l’ora di passare dalla deterrenza nucleare, che ha caratterizzato il periodo della Guerra Fredda, alla fiducia.
E’ quanto ha spiegato padre Federico Lombardi S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, nell’editoriale dell’ultimo numero di “Octava Dies”, il rotocalco informativo del Centro Televisivo Vaticano, da lui stesso diretto.
“La deterrenza nucleare appartiene al periodo della Guerra Fredda e non è più giustificabile ai giorni nostri”, ha detto il sacerdote richiamando il discorso pronunciato da monsignor Dominique Mamberti, Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, il 24 settembre, a New York, in occasione di una sessione del Consiglio di Sicurezza sul tema “Il disarmo e la non proliferazione nucleare”.
“Le armi nucleari aggrediscono la vita sul pianeta, aggrediscono il pianeta stesso e quindi il suo processo di sviluppo”, aveva sottolineato allora il presule per indicare ancora una volta la totale adesione e solidarietà del Papa in favore del disarmo e della non proliferazione nucleare.
“Purtroppo – ha però osservato padre Lombardi –, il Trattato di Interdizione globale degli esperimenti nucleari, pur siglato da molti anni da moltissimi Paesi, non è ancora entrato in vigore per la mancata ratifica o addirittura la mancata firma da parte di un certo numero di Stati, fra cui potenze con capacità nucleare avanzata”.
“Il Trattato – ha ricordato monsignor Mamberti – potrà non solo dare una risposta significativa ai rischi di proliferazione nucleare ed alla minaccia di terrorismo nucleare, ma darà anche impulso al disarmo nucleare”.
Ecco quindi, ha ribadito il portavoce vaticano, la necessità di passare “dal clima di minaccia a un clima di fiducia”. Infatti, “solo così la promozione della pace e lo sviluppo dei popoli potranno essere garantiti”.
“Il ‘disarmo integrale’ – ha proseguito il gesuita – è una delle direzioni in cui, nella sua ultima enciclica, Benedetto XVI ha esortato la comunità internazionale e l’Organizzazione delle Nazioni Unite a muoversi per ‘dare reale concretezza al concetto di famiglia di nazioni’”.
“Dove vogliamo andare? Tutti sappiamo quante forze e risorse economiche e intellettuali gli armamenti sottraggano all’impegno per lo sviluppo e la lotta alla fame, e quanto danno apportino al clima dei rapporti fra i popoli. La Chiesa non si stancherà mai di ripeterlo”, ha quindi concluso.