ROMA, lunedì, 5 ottobre 2009 (ZENIT.org).- I Vescovi della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE) hanno lodato il risultato del referendum che ha portato l’Irlanda all’approvazione del Trattato di Lisbona, che dà la possibilità di concludere il processo di ratifica del Trattato per la fine dell’anno in corso.
I Vescovi della COMECE affermano in una nota di aver “monitorato da vicino” la riforma delle istituzioni dell’UE dall’allargamento del 2004.
Dopo il rifiuto del Trattato Costituzionale nel 2005, osservano, l’Unione Europea “ha compiuti grandi sforzi per riformare le sue istituzioni per adattarle all’Unione di 27 Stati membri, dotando anche l’UE di nuovi strumenti per affrontare le sfide del XXI secolo”.
In questo contesto, i presuli sperano che il Trattato di Lisbona “permetta alle istituzioni europee di lavorare in modo più efficiente per la dignità umana e il bene comune” e si aspettando che “dia all’Unione nuovi strumenti per far sentire meglio la sua voce e applicare la propria responsabilità per la solidarietà mondiale”.
“Speriamo che, grazie alle garanzie date all’Irlanda – il diritto alla vita, la difesa della famiglia e il diritto dei genitori di educare i propri figli –, questi diritti siano resi più sicuri in tutta l’Unione”, ammettono.
“Noi Vescovi della COMECE speriamo che come conseguenza dell’istituzionalizzazione di un dialogo ‘aperto, trasparente e regolare’ tra le istituzioni dell’UE e le Chiese in seguito al Trattato di Lisbona (articolo 17) potremo sostenere in modo più efficace l’Unione Europea in tutti i settori in cui la gente ha bisogno di giustizia e solidarietà”, concludono.