CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 29 settembre 2009 (ZENIT.org).- Una delle sfide più grandi del nostro tempo per il sacerdote è essere “non per se stesso, ma per tutti”, ha affermato Benedetto XVI in un videomessaggio diffuso questo lunedì in occasione del ritiro internazionale di sacerdoti in svolgimento ad Ars (Francia) fino al 3 ottobre sul tema “La gioia del sacerdote consacrato per la salvezza del mondo”.
Il Pontefice si è rivolto ai partecipanti all’incontro sottolineato che il presbitero, “uomo della Parola divina e del sacro, deve oggi più che mai essere uomo della gioia e della speranza”.
“Agli uomini che non possono concepire che Dio sia puro amore, egli dirà sempre che la vita vale la pena di essere vissuta e che Cristo le dà tutto il suo senso perché Egli ama gli uomini, tutti gli uomini”, ha spiegato.
“In questo Anno Sacerdotale siamo tutti chiamati a esplorare e a riscoprire la grandezza del sacramento che ci ha configurati per sempre a Cristo Sommo Sacerdote e che ci ha tutti consacrati nella verità”.
Anno Paolino e Anno Sacerdotale
Nel suo discorso, il Papa ha spiegato che il sacerdote, “scelto fra gli uomini”, “resta uno di essi ed è chiamato a servirli donando loro la vita di Dio”.
In questo contesto, ha citato San Paolo (2 Cor 4,7) ricordando che “la nostra vocazione sacerdotale è un tesoro che conserviamo in vasi di creta”.
L’Apostolo delle Genti, ha sottolineato, “ha espresso felicemente l’infinita distanza che esiste fra la nostra vocazione e la povertà delle risposte che possiamo dare a Dio”. Per questo, si può dire che esista “un legame segreto che unisce l’Anno Paolino e l’Anno Sacerdotale”.
“Noi udiamo ancora e conserviamo nell’intimo del nostro cuore la commovente e fiduciosa esclamazione dell’Apostolo che dice: ‘Quando sono debole, è allora che sono forte’ (2 Cor 12, 10). La consapevolezza di questa debolezza apre all’intimità di Dio che dà forza e gioia. Più il sacerdote persevererà nell’amicizia di Dio, più continuerà l’opera del Redentore sulla terra”.
Preghiera per le vocazioni
Il Pontefice ha quindi salutato “con un affetto particolare” i sacerdoti “che si prendono cura di molte chiese e che si prodigano senza limiti per mantenere la vita sacramentale nelle loro diverse comunità”, sottolineando che la riconoscenza della Chiesa nei loro confronti è “immensa”.
“Non perdetevi d’animo, ma continuate a pregare e a far pregare affinché molti giovani accettino di rispondere alla chiamata di Cristo che non smette di volere fare crescere il numero dei suoi apostoli per mietere i suoi campi”, ha esortato.
Allo stesso modo, li ha invitati a pensare alla grande diversità dei ministeri che esercitano al servizio della Chiesa, per percepire “la fecondità infinita del sacramento dell’Ordine”.
“Le vostre mani, le vostre labbra, sono divenute, per un istante, le mani e le labbra di Dio. Portate Cristo in voi; siete, per grazia, entrati nella Santissima Trinità”.
Questa considerazione, ha constatato, “deve portare ad armonizzare le relazioni fra sacerdoti al fine di realizzare quella comunità sacerdotale alla quale invitava San Pietro (cfr 1 Pt 2, 9) per costruire il corpo di Cristo e costruirvi nell’amore (cfr Ef 4, 11-16)”.
Il sacerdote, uomo del futuro
“Il sacerdote è l’uomo del futuro: è colui che ha preso sul serio le parole di Paolo: ‘Se dunque siete risorti in Cristo, cercate le cose di lassù'”, ha proseguito Benedetto XVI, ricordando che ciò che il presbitero fa sulla terra “fa parte dei mezzi ordinati al Fine ultimo”.
La Santa Messa è il “punto unico di congiunzione fra il mezzo e il Fine, poiché ci permette già di contemplare, sotto le umili specie del pane e del vino, il Corpo e il Sangue di Colui che adoreremo per l’eternità”.
Per questa ragione, il Papa ha incoraggiato i sacerdoti “a rafforzare la vostra fede e quella dei fedeli nel Sacramento che celebrate e che è la sorgente della vera gioia”.
“Possiate, durante questo ritiro spirituale, sperimentare in modo profondo l’Intimo Indicibile per essere perfettamente uniti a Cristo al fine di annunciare il suo amore attorno a voi e di essere totalmente impegnati al servizio della santificazione di tutti i membri del popolo di Dio!”, ha concluso.