* * *
Signor Presidente,
Signori Cardinali,
Cari Fratelli nell’Episcopato,
Eccellenze,
Signori e Signore!
Nel momento di prendere congedo, desidero ringraziarvi per la vostra generosa ospitalità durante la mia breve permanenza in questo splendido Paese. Sono particolarmente grato a Lei, Signor, Presidente, per le Sue parole e per il tempo trascorso nella Sua residenza. In questa festa di San Venceslao, protettore e patrono del Suo Paese, mi permetta ancora una volta di porgerLe i più vivi auguri di buon onomastico. Essendo anche l’onomastico di Sua Eccellenza Mons. Václav Malý, rivolgo anche a lui il mio augurio e desidero ringraziarlo per l’alacre lavoro svolto per coordinare l’organizzazione della mia visita pastorale nella Repubblica Ceca.
Sono profondamente grato al Cardinale Vlk, a Sua Eccellenza Mons. Graubner e a tutti coloro che si sono prodigati per assicurare l’ordinato svolgimento dei vari incontri e celebrazioni. Naturalmente includo nei miei ringraziamenti le autorità, i mezzi di comunicazione e i molti volontari che hanno aiutato nel regolare l’afflusso della gente e tutti i fedeli che hanno pregato perché questa visita portasse buoni frutti alla nazione ceca e alla Chiesa in questa regione.
Conserverò la memoria dei momenti di preghiera che ho potuto trascorrere insieme con i Vescovi, i sacerdoti e i fedeli di questo Paese. È stato specialmente commovente, questa mattina, celebrare la Messa a Stará Boleslav, luogo del martirio del giovane duca Venceslao, e venerarlo presso la sua tomba sabato sera, all’interno della maestosa Cattedrale che domina il panorama di Praga. Ieri in Moravia, dove i Santi Cirillo e Metodio diedero il via alla loro missione apostolica, ho potuto riflettere, in orante rendimento di grazie, sulle origini del cristianesimo in questa regione ed, effettivamente, in tutte le terre slave. La Chiesa in questo Paese è stata veramente benedetta con una straordinaria schiera di missionari e di martiri, come anche di santi contemplativi, tra i quali vorrei in particolare ricordare Sant’Agnese di Boemia, la cui canonizzazione, proprio venti anni fa, fu messaggera della liberazione di questo Paese dall’oppressione atea.
Il mio incontro di ieri con i rappresentanti delle altre comunità cristiane mi ha confermato l’importanza del dialogo ecumenico in questa terra che ha assai sofferto per le conseguenze della divisione religiosa al tempo della guerra dei Trent’anni. Molto è già stato fatto per sanare le ferite del passato, e sono stati intrapresi dei passi decisivi sul cammino della riconciliazione e della vera unità in Cristo. Nell’edificare ulteriormente queste solide fondamenta, la comunità accademica ha un importante ruolo da svolgere, mediante una ricerca della verità senza compromessi. È stato un piacere per me avere l’opportunità di incontrarmi ieri con i rappresentanti delle università di questo Paese e di esprimere il mio apprezzamento per la nobile missione a cui essi hanno dedicato la vita.
Sono stato particolarmente felice di incontrare i giovani e di incoraggiarli a costruire sulle migliori tradizioni del passato di questa nazione, in particolar modo sulla eredità cristiana. Secondo un detto attribuito a Franz Kafka, “Chi mantiene la capacità di vedere la bellezza non invecchia mai” (Gustav Janouch, Conversazioni con Kafka). Se i nostri occhi rimangono aperti alla bellezza della creazione di Dio e le nostre menti alla bellezza della sua verità, allora possiamo davvero sperare di rimanere giovani e di costruire un mondo che rifletta qualcosa della bellezza divina, in modo da offrire ispirazione alle future generazioni per fare altrettanto.
Signor Presidente, cari amici: ancora una volta esprimo il mio grazie, promettendo di ricordarvi nelle mie preghiere e di portarvi nel mio cuore. Dio benedica la Repubblica Ceca! Il Bambino Gesù di Praga continui a ispirare e guidare Lei e tutte le famiglie della nazione! Dio benedica tutti voi!
[© Copyright 2009 – Libreria Editrice Vaticana]