CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 28 settembre 2009 (ZENIT.org).- Come far fronte alle sfide poste alla Chiesa dagli utenti della strada – automobilisti e camionisti – e della ferrovia, dai ragazzi e dalle donne di strada, e dai senza fissa dimora, al fine di promuovere un’ “etica della strada” degna e cristiana? A questa domanda cercherà di dare risposta il primo Incontro Europeo di Pastorale della Strada, in programma a Roma dal 29 settembre al 2 ottobre prossimi presso la sede del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.
L’iniziativa – si legge in un comunicato del Dicastero organizzatore – segue quella per l’America Latina svoltasi nell’ottobre 2008 a Bogotá, in Colombia. Il tema è tratto dal racconto dei due discepoli di Emmaus: “Gesù in persona si accostò e camminava con loro (Luca, 24, 15). Pastorale della strada: un cammino insieme”.
L’incontro, che avrà luogo a Palazzo San Calisto, intende esprimere la sollecitudine del Pontificio Consiglio guidato dall’Arcivescovo Antonio Maria Vegliò per questo tipo specifico di pastorale.
In questo contesto, il Dicastero ha promosso nel 2003 il primo Incontro Europeo dei Direttori Nazionali per la Pastorale della Strada; nel 2004 il primo Incontro Internazionale per la Pastorale dei Ragazzi di Strada; e nel 2007 il primo Incontro Internazionale per la Pastorale dei Senza Fissa Dimora, anno in cui sono stati pubblicati gli “Orientamenti per la pastorale della strada”.
Nel comunicato, il Pontificio Consiglio riporta anche alcuni dati sulla realtà della mobilità umana in Europa, caratterizzata da una serie di necessità e problemi particolari che richiedono attenzione e valutazione costanti e specifiche.
Nel corso dei lavori, l’esame dei quattro ambiti di attenzione pastorale contribuirà a far luce non solo sull’ampiezza del compito ma anche sulla necessità di risposte urgenti.
Il primo ambito, dunque, riguarderà gli utenti della strada – automobilisti, camionisti e quanti sono al loro servizio – e della ferrovia. Dal primo incidente mortale, avvenuto nel 1896, a oggi la strada ha mietuto trenta milioni di vite umane.
Le ultime statistiche indicano che negli incidenti restano coinvolti ogni giorno 3000 adulti e 500 bambini, mentre ogni anno i morti sono 1,2 milioni e i feriti 50 milioni.
Benché oltre l’85% di questi infortuni avvenga nei Paesi a basso e medio reddito, nel corso del 2008 nei Paesi europei sono morte 43.000 persone in incidenti stradali, mentre quasi 2 milioni sono rimaste ferite, anche in modo grave.
Va infine ricordato che solo il 16% di queste morti in Europa sono attribuibili ai camionisti. Di contro nel continente il 44% dei beni viaggia su strada, con un numero di autoarticolati che, entro il 2010, avrà avuto un aumento pari al 50% rispetto al 1988.
Il secondo ambito riguarderà, invece, la pastorale delle donne di strada – che affronta anche il traffico di esseri umani – con uno sguardo ai tre modelli legislativi riguardanti il fenomeno della prostituzione: il proibizionismo, il regolamentarismo e l’abolizionismo.
Dopo la caduta del sistema sovietico, infatti, in molti Paesi dell’Europa centrale e orientale la prostituzione ha conosciuto un vero e proprio boom. In particolare il trafficking è diventato un problema grave in tutto il Continente.
Ogni anno, un numero sempre più elevato di persone, per la maggior parte donne e bambini, sono vittime del traffico a scopo sessuale. Questo fenomeno ha raggiunto livelli senza precedenti, tanto da essere considerato una nuova forma di schiavitù.
Perciò, occorre sviluppare una rete a livello globale e regionale al fine di stimolare il sostegno reciproco e lo scambio di informazioni per quanti partecipano a questo ministero pastorale.
Il terzo ambito è quello legato ai ragazzi di strada, un problema globale e in ascesa che affonda le proprie radici nella povertà e in ciò che ne consegue: migrazione, disgregazione delle famiglie, abusi, abbandoni, incuria.
Benché manchino dati concreti su questi ragazzi, è presumibile che il loro numero si aggiri tra i 150.000 e 250.000, mentre in base ad alcune stime annualmente sarebbero 1,2 milioni i bambini oggetto di traffico a scopo di lavoro o di sfruttamento sessuale.
A questo proposito il Dicastero sottolinea che un programma europeo di ampia portata che veda coinvolti gli Stati membri dell’Unione Europea e i network europei delle Ong potrebbe contribuire, assieme alle iniziative ecclesiali, a risolvere il problema in maniera “sostenibile”.
Infine, si parlerà dei senza fissa dimora. Un problema che attualmente colpisce oltre un miliardo persone, costrette a vivere per strada a causa delle migrazioni interne e internazionali, della povertà, della disgregazione familiare, delle malattie mentali e delle dipendenze.
Come sottolineato nel comunicato, poiché la definizione esatta di homelessness non è delineata chiaramente e può includere il dormire all’aperto o in speciali ricoveri, una sistemazione temporanea o dopo il soggiorno in istituti penali o medici ecc., le cifre esatte del fenomeno non sono facili da accertare.
Si ritiene, tuttavia, che circa tre milioni di persone vivano on the road, su un totale di 460 milioni di abitanti (un individuo ogni 153).