ROMA, martedì, 22 settembre 2009 (ZENIT.org).- La Giornata di riflessione ebraico-cristiana del 17 gennaio tornerà a essere celebrata in Italia in comune fra cattolici ed ebrei.
È quanto è emerso al termine dell’incontro, tenutosi questo martedì, fra il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), il Cardinale Angelo Bagnasco con i Rabbini Giuseppe Laras, Presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana, e Riccardo Di Segni, Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma.
Nel 1990, infatti, la CEI ha dato vita a questa iniziativa coordinata con autorità ed esponenti del mondo ebraico, ed estesa anche in Europa dopo l’incontro ecumenico di Graz (Austria) nel 1998, che fa da preludio alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio).
Dal 2005, quale tema generale della Giornata, si è dato avvio a un programma di riflessione decennale che medita sulle “Dieci Parole” o Decalogo, rivelate a Mosè sul monte Sinai. Per questo, l’anno prossimo si riprenderà il quarto comandamento, secondo la numerazione ebraica: “Ricordati del giorno di Sabato per santificarlo”.
Secondo quanto riferito in una nota della CEI, il Cardinale, in questo periodo iniziato con Rosh Ha-Shanah, che oltre ad essere il capodanno ebraico è anche il primo dei dieci giorni penitenziali che terminano con lo Yom Kippur (Giorno del Perdono), ha voluto porgere gli auguri ai due Rabbini pregandoli di estenderli a tutti gli ebrei italiani.
“Durante l’incontro – si legge nella nota – il Cardinale ha ribadito la sua stima personale e quella dei Vescovi della Conferenza Episcopale nei confronti delle Comunità ebraiche italiane”.
Bagnasco ha quindi detto di aver “compreso le reazioni di preoccupazione” da parte ebraica – all’origine della mancata celebrazione della Giornata dello scorso anno – legate alla modifica da parte di Benedetto XVI della preghiera per gli ebrei (“Oremus et pro Iudaeis”) che si recitava nella liturgia del Venerdì Santo prima del Concilio Vaticano II e che verrà utilizzata solo dalle comunità che celebrano questa forma del rito latino.
Nella nuova formulazione si invoca Dio perché “illumini” il cuore degli ebrei, “perché riconoscano Gesù Cristo Salvatore di tutti gli uomini”.
Il Cardinale Bagnasco ha sottolineato che “non c’è, nel modo più assoluto, alcun cambiamento nell’atteggiamento che la Chiesa Cattolica ha sviluppato verso gli Ebrei, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II” e “che non è intenzione della Chiesa Cattolica operare attivamente per la conversione degli ebrei”.
Il porporato, prosegue la nota, “ha manifestato la sua preoccupazione per quei focolai di antisemitismo e di antigiudaismo che, di tempo in tempo, continuano ad apparire, ribadendo la necessità di un’attenta vigilanza” e la necessità di più profondi legami di “amicizia” e “stima reciproca” al fine di “sradicare quegli elementi che possono favorire atteggiamenti antiebraici”.
“Il cammino compiuto in questi ultimi decenni – continua la nota – è stato straordinario e pieno di frutti per tutti”.
“Al termine dell’incontro – conclude la nota –, le due parti hanno auspicato che si favoriscano in ogni modo, sia a livello istituzionale nazionale che di base, le occasioni di incontro: la fede nel Dio dei Padri, ricevuta in dono, rende responsabili i credenti cristiani ed ebrei per l’edificazione di una convivenza basata sul rispetto dell’Insegnamento di Dio”.