I Vescovi ungheresi mettono in guardia contro il “neopaganesimo”

Lettera circolare della Conferenza Episcopale d’Ungheria

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ROMA, lunedì, 21 settembre 2009 (ZENIT.org).- I Vescovi dell’Ungheria hanno pubblicato una “Lettera circolare della Conferenza Episcopale Ungherese sulla salvaguardia della fede cattolica”, sottolineando come quest’ultima sia minacciata da alcune correnti che stanno dilagando nella società.

Nel testo, letto in ogni chiesa cattolica dell’Ungheria questa domenica, i presuli spiegano che attualmente “riprende vigore una specie di paganesimo”, che “attacca il cristianesimo”.

“Alcuni anni fa ritenevamo che la secolarizzazione costituisse quasi l’unico pericolo – ammettono i Vescovi –. Anche se la mentalità consumistica, l’idolo dell’edonismo continua ad essere presente nel nostro popolo, ora si sta rafforzando anche lo spirito del neopaganesimo”.

Durante i decenni del comunismo, ricordano i presuli, le autorità “hanno cercato di farci dimenticare tutto quello che poteva confermare la nostra identità ungherese e cristiana. Hanno cercato di inculcare in noi un complesso di inferiorità, ripetendo che l’Ungheria era stata l’ultimo alleato della Germania nella Seconda Guerra Mondiale, ed eravamo nazionalisti e sciovinisti”.

In questo contesto, per i Vescovi “è necessario e legittimo destare un’identità giusta, cercare e rendere coscienti i nostri veri valori, la nostra eredità ungherese in campo culturale, storico e scientifico”.

Fa parte di questo processo anche “confermarsi nella nostra identità cristiana, siccome la rivelazione di Cristo si è incarnata anche nella nostra cultura ungherese, nobilitandola e consacrandola. La nostra cultura millenaria ungherese non è comprensibile senza la fede cristiana”.

Questa presa di coscienza, “importantissimo compito cristiano ed ungherese”, “produce anche dei germi sbagliati”, avvertono i Vescovi.

Uno di questi è il cosiddetto “sincretismo antico ungherese”, che mescola elementi di diverse religioni.

“Tale fenomeno è assai pericoloso perché adopera un linguaggio religioso apparentemente cristiano ed induce all’errore anche fedeli che praticano la propria religione”, spiega la Conferenza Episcopale.

Altri pericoli, prosegue il testo, sono “l’occultismo, lo spiritismo, e le diverse forme dell’idolatria”, così come l’“attacco alla nostra fede cattolica anche dalla parte delle idee liberali estreme che cercano di forzare su di noi la dittatura del relativismo, una visione del mondo che mette in dubbio l’esistenza della stessa verità”.

Questa corrente, osserva la Lettera circolare, “diffonde la cultura della morte al posto del rispetto della vita. Nega o relativizza la differenza tra uomo e donna, nonché il matrimonio e la famiglia”.

“Di fronte a questo, accettiamo il progetto di Dio Creatore sull’uomo, sulla famiglia, sulla cultura e sulla Nazione – dichiarano i Vescovi ungheresi –. Di fronte alla globalizzazione noi professiamo la cattolicità. La verità cattolica non è internazionale ma sovranazionale, ma per poter esistere concretamente, essa deve incarnarsi nelle culture nazionali”.

Allo stesso modo, constatano, può attaccare la fede cattolica anche “la concezione del mondo che viene normalmente formulata così: ‘sono religioso a modo mio’”. “Noi siamo e restiamo cattolici solo se la nostra fede è in armonia con la fede viva della Chiesa”, segnalano.

“Chiediamo ai nostri fratelli cattolici di guardarsi da tutte queste iniziative che inducono all’errore”, concludono i Vescovi ungheresi.

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ZENIT Staff

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