ROMA, domenica, 20 settembre 2009 (ZENIT.org).- Occorrono “passi seri e concreti” verso la non proliferazione e il disarmo delle armi nucleari non solo per contrastare efficacemente il terrorismo nucleare, ma anche per realizzare “una cultura della vita e della pace capace di promuovere in maniera efficace lo sviluppo umano integrale dei popoli”.

E' quanto ha ricordato l’Arcivescovo Marcelo Sanchez Sorondo, capo della delegazione della Santa Sede, intervenendo alla 53° conferenza generale dell’ Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), svoltasi a Vienna dal 15 al 18 settembre.

All'inizio del suo discorso il presule ha indicato tra le sfide che la società di oggi può e deve affrontare anche la crescita della domanda di energia e il mercato nero di materiale nucleare.

"Al fine di realizzare una convivenza umana veramente libera – ha spiegato il presule, riprendendo le parole di Benedetto XVI nell’enciclica 'Caritas in veritate' – è necessario difendere e promuovere instancabilmente un vero sviluppo umano di portata universale tra i saperi e le operatività".

In questo ambito, l’Arcivescovo ha sottolineato tra le priorità dell'Aiea “quella di sollecitare e accrescere in tutto il mondo il contributo dell’energia atomica alle cause della pace e della prosperità”.

“Ma anche – ha continuato – orientare le conoscenze nucleari verso altri campi quali la medicina, l’agricoltura, la sicurezza alimentare, l’accesso all’acqua potabile, attività queste che vanno inserite all’interno di un più esteso quadro di sviluppo, che metta al centro la persona umana, contemplando ripercussioni importanti non solo per le generazioni presenti ma anche per quelle future".

L’Arcivescovo Sorondo ha quindi invitato gli Stati a perseguire come scopo ultimo il bene comune dei popoli e non il potere nazionale, sia esso economico o militare.

"La Santa Sede – ha concluso il presule – nota con soddisfazione alcuni segnali positivi della volontà di mettere di nuovo il disarmo nucleare al centro del dibattito internazionale su pace e sicurezza”.

Segnali quindi positivi, a suo avviso, in vista dell'VIII Conferenza di revisione sul Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, prevista per il 2010 a New York, quando la comunità internazionale sarà “chiamata a porre in essere passi concreti, trasparenti e convincenti”.

Il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), che contiene l’unico impegno vincolante al disarmo nucleare in un trattato multilaterale e dà inoltre a tutti i firmatari il diritto di sviluppare programmi pacifici per produrre energia nucleare a scopi civili, è diventato legge internazionale nel 1970.

Per lungo tempo ci sono stati cinque Stati con armi nucleari: Stati Uniti, Regno Unito, Unione Sovietica, Francia e Cina. Da allora, India, Israele e Pakistan hanno sviluppato armi nucleari, e restano gli unici Paesi fuori dal Trattato.

I 188 Governi che hanno ratificato il Trattato si incontrano ogni cinque anni alla Conferenza di revisione per valutarne l’implementazione.

Oggi nel mondo esistono più di 26.000 testate nucleari e alcune nazioni anelano ancora a entrare nel “club nucleare”.

Il 18 settembre, per la prima volta in quasi vent'anni, l'Aiea ha approvato una risoluzione che chiede a Israele di aderire al Trattato di non proliferazione nucleare e di aprire tutti i suoi siti nucleari alle ispezioni.