di Antonio Gaspari
ROMA, venerdì, 18 settembre 2009 (ZENIT.org).- Questo venerdì gran parte dei mezzi di comunicazione ha scritto articoli e trasmesso servizi sostenendo che il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio avrebbe bocciato con la sentenza n.8650/09 l’imposizione di alimentazione e idratazione, riconoscendo la necessità di rispettare la volontà del cittadino anche in stato vegetativo persistente.
In questo modo la sentenza del TAR sarebbe un tentativo di respingere il disegno di legge firmato dal senatore Raffaele Calabrò, già votato al Senato e in discussione alla Camera dei Deputati.
La valutazione espressa dai mass media, tuttavia, non è vera. La sentenza non boccia alcunché, e l’opposizione al ddl Calabrò è l’opinione di un magistrato e non della sentenza.
A questo proposito, il sottosegretario di Stato al Lavoro, alla Salute e alle Politiche Sociali, Eugenia Roccella, ha scritto in una nota che sulla sentenza del TAR del Lazio “c’è stato da parte dei mezzi di comunicazione un clamoroso e totale fraintendimento”.
“Una vittoria, cioè il respingimento del ricorso, è stata trasformata da stampa e televisioni, tranne pochissime eccezioni, in una sconfitta”, ha osservato la Roccella.
Secondo il sottosegretario di Stato, “la sentenza parla chiaramente: il tribunale amministrativo ha dichiarato il ricorso inammissibile ammettendo di non avere la competenza per esprimersi sull’argomento”.
Per la Roccella, “il fatto che all’interno di una sentenza in cui il giudice si dichiara non competente a decidere lo stesso giudice esprima le proprie opinioni su idratazione e alimentazione non ha alcun effetto giuridico, né su altri tribunali né sull’iter parlamentare del disegno di legge sul testamento biologico”.
Di fronte ad un tale tentativo di manipolare l’informazione, il presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini ha scritto una lettera al direttore del Corriere della Sera, Francesco De Bortoli, in cui esprime sorpresa e chiede di rettificare l’informazione in questione.
“Con sorpresa – scrive il presidente del MpV – abbiamo aperto oggi il Corriere trovandovi fin dalla prima pagina una serie di gravi travisamenti della realtà a proposito della decisione del TAR Lazio sul provvedimento Sacconi in materia di idratazione e alimentazione di persona in stato vegetativo persistente”.
Si legge, tanto per fare degli esempi, che “Il TAR boccia l’alimentazione forzata ai pazienti in stato vegetativo” o che “Il TAR boccia la direttiva Sacconi sul caso Englaro”.
“La verità, come lei ben saprà, è l’esatto contrario – sottolinea Casini -: il TAR del Lazio ha dichiarato inammissibile il ricorso del Movimento di difesa dei cittadini che chiedeva la cancellazione del provvedimento del Ministro Sacconi e senza dichiarare in alcun modo nel dispositivo che ‘a nessuna persona cosciente o in stato di incoscienza possono essere imposte alimentazione e idratazione artificiali'”.
“Il TAR – continua il presidente del MpV – si è limitato a dichiarare di non poter decidere sulla questione perché riguarda l’esistenza o l’inesistenza di un diritto, questione su cui esso non ha alcuna competenza”.
In merito alle opinioni del giudice che ha redatto la sentenza, Casini precisa che “è vero che la redattrice della motivazione della decisione ha fatto intendere che – secondo lei – esiste il diritto a rifiutare idratazione e alimentazione anche da parte incoscienti” , ma “questo, se fa temere un uso politico dell’attività giurisdizionale (perché una sentenza dovrebbe maturare soltanto sui presupposti della loro decisione finale), non influisce sulla sostanza della decisione del Tribunale e di conseguenza non dovrebbe condizionare chi dovrebbe tenere ben distinte le notizie dalle opinioni”.
Il presidente del MpV sostiene che “in un periodo in cui molto si discute su diritti e doveri dell’informazione risulta veramente insopportabile un uso giornalistico delle notizie mirato – com’è di tutta evidenza – ad influire sull’opinione pubblica ed in particolare sul legislatore impegnato ad esaminare la delicatissima materia”.
In merito agli esiti del procedimento, il Movimento per la Vita, che era intervenuto nella procedura per sostenere l’inammissibilità del ricorso, si ritiene “ovviamente più che soddisfatto del risultato ottenuto. Ma non può non criticare il modo, quanto meno superficiale, che molti giornali – Corriere in testa – hanno usato per riportare la notizia”.
“In questo senso – conclude Casini nella lettera inviata al direttore del Corriere della Sera -, anche ai sensi della legge sulla stampa, le chiedo di rettificare l’informazione data ai suoi lettori”.