“Nei locali del monastero delle Basiliane – ha spiegato il Direttore della Specola a ‘L’Osservatore Romano’ – , che sorge nella storica piazza Pia di Albano, sono stati trasferiti anzitutto gli uffici e la biblioteca”, che ospita circa 22.000 volumi, tra cui una preziosa collezione di libri antichi e opere di Copernico, Galileo, Newton, Kepler, Brahe, Clavius e Secchi.
“Nell’edificio c’è anche la sala conferenze, la zona scuola e la residenza della comunità dei gesuiti. Abbiamo poi una foresteria per gli ospiti, destinata ad accogliere studiosi e ricercatori – ha aggiunto –. Nella nuova sede sono stati portati inoltre la collezione di meteoriti e alcuni oggetti preziosi, come antichi telescopi e astrolabi”.
Nel Palazzo Pontificio, ha poi spiegato, restano invece “i due telescopi più grandi sotto le cupole della terrazza – quello visuale Carl Zeiss e il doppio astrografo – che saranno utilizzati ancora per scopi didattici” oltre a “due strumenti di osservazione di grande valore storico: il telescopio Schmidt, che veniva usato per la ricerca prima della fondazione del centro in Arizona, e il telescopio detto Carte du ciel”.
“Soprattutto quest’ultimo – ha affermato – riveste un significato particolare, perché si tratta di uno dei primi grandi progetti astronomici realizzato a livello internazionale, a cui la Specola ha partecipato come partner”.
“In attesa di restaurarlo – ha continuato – e di inserirlo in un futuro museo dell’astronomia – che speriamo di realizzare a Castel Gandolfo -”, il telescopio costituirà “uno dei pezzi forti” della mostra dal titolo “AStrum 2009. Astronomia e strumenti: il patrimonio storico italiano quattrocento anni dopo Galileo”, che verrà ospitata presso i Musei Vaticani dal 15 ottobre 2009 fino al 16 gennaio 2010.
Organizzata in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), in occasione dell’Anno internazionale dell’Astronomia, l’esposizione riunisce telescopi, strumenti di osservazione e oggetti di grande pregio costruiti tra l’XI e il XX sec. appartenenti per lo più all’INAF.
Altri oggetti, ha continuato padre Funes, “sono stati messi a disposizione dalla Specola, altri ancora dagli stessi Musei Vaticani, come le splendide tavole dipinte da Donato Creti (1671-1749) raffiguranti le osservazioni astronomiche”.
Il sacerdote gesuita ha poi ricordato che dal 6 all’11 novembre, insieme con la Pontificia Accademia delle Scienze, verrà organizzato nella Casina Pio IV all’interno del Vaticano un convegno dedicato al tema della ricerca della vita nell’universo.
L’Osservatorio Astronomico Vaticano, uno dei più antichi al mondo, è un istituto di ricerca scientifica che dipende direttamente dalla Santa Sede.
E’ stato fondato da Papa Gregorio XIII nel 1578 e fin dall’inizio vi hanno lavorato astronomi e matematici gesuiti, ma in seguito hanno partecipato anche altri Ordini religiosi.
Nel 1981 la Specola ha fondato un secondo centro di ricerca, il “Vatican Observatory Research Group” (VORG), a Tucson (Arizona, Stati Uniti), in collaborazione con l’università locale.
Ogni due anni, l’Osservatorio organizza incontri internazionali su questioni di studio vicine all’Istituto a cui partecipa una ventina di esperti, e in seguito ne pubblica gli Atti.
L’Osservatorio ha accolto nel 1986 un corso estivo di astronomia della durata di un mese per 25 studenti di varie parti del mondo, con la partecipazione di eminenti studiosi. L’iniziativa è stata riproposta nel 1988 e si ripete ora a cadenza biennale.
L’istituzione accoglie anche per periodi più o meno brevi esperti che vogliono collaborare alle ricerche degli astronomi della Specola Vaticana.
I risultati delle ricerche dell’Osservatorio sono pubblicati su riviste internazionali. Il rapporto annuale è inviato a circa 400 istituti di tutto il mondo.