Chiesa USA loda il passo indietro di Obama sull'aborto

Apprezzamento per il suo discorso sulla riforma sanitaria

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WASHINGTON, lunedì, 14 settembre 2009 (ZENIT.org).- Alcuni portavoce della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) hanno lodato i commenti sull’aborto e sulle persone senza assicurazione sanitaria espressi dal Presidente statunitense Barack Obama il 9 settembre, durante la discussione al Congresso della riforma sanitaria.

“In particolare abbiamo apprezzato l’impegno del Presidente a escludere l’utilizzo di fondi federali per l’aborto e a mantenere le leggi federali esistenti che difendono la libertà di coscienza nell’esercizio dell’attività sanitaria”, ha dichiarato Richard Doerflinger, direttore associato per le attività pro-vita della USCCB.

“Lavoreremo con il Congresso e con l’Amministrazione per assicurare che queste forme di protezione si riflettano chiaramente in una nuova legislazione, perché nessuno sia costretto a pagare o a partecipare all’aborto come risultato della riforma del sistema sanitario”, ha aggiunto.

Da parte sua Kathy Saile, direttrice per lo Sviluppo Sociale Nazionale della Conferenza Episcopale, ha riconosciuto: “Siamo d’accordo sul fatto che nessuno debba andare fallito solo perché si ammala”.

“E’ per questo motivo che i Vescovi lavorano da decenni per raggiungere un’assistenza sanitaria degna per tutti”, ha dichiarato.

“La Chiesa cattolica fornisce cure mediche a milioni di pazienti – e spesso raccoglie i pezzi di un sistema sanitario con gravi lacune – e possiede una lunga tradizione di insegnamenti sull’etica e l’assistenza medica. Una riforma sanitaria che rispetti la vita e la dignità di tutti è un imperativo morale e una priorità nazionale urgente”, ha indicato.

Per questo, sostiene, “accogliamo il discorso del Presidente come un importante contributo a questo dibattito essenziale e a questo compito nazionale”.

“Concordiamo con il Presidente sul fatto che ci sono ancora dettagli da definire”, ha concluso la Saile. “Dopo il suo discorso vediamo l’opportunità di lavorare per una politica sanitaria universale che rispetti la vita e la dignità umana, permetta l’accesso a tutti, con una speciale preoccupazione per i poveri, e includa gli immigrati regolari”.

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ZENIT Staff

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