FATIMA, venerdì, 11 settembre 2009 (ZENIT.org).- Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, SI, considera che il momento attuale apra molte possibilità alla comunicazione ecclesiale. In questo senso, ha esortato a strutturare correttamente gli uffici stampa nelle istituzioni della Chiesa.
Padre Lombardi è intervenuto questo giovedì a Fatima (Portogallo) alle Giornate Nazionali delle Comunicazioni Sociali, in svolgimento fino a venerdì sul tema “Uffici Stampa: lusso o necessità?”.
Il portavoce vaticano, riferisce l’agenzia Ecclesia, ha sottolineato che chi lavora in un ufficio stampa “non ha immediatamente, e in primo luogo, un compito di comunicazione destinato a un vasto pubblico”, quanto “un dovere di comunicazione verso i comunicatori sociali, che a loro volta – per tappe successive – raggiungono il pubblico più ampio”.
Il sacerdote ha affermato che “non dobbiamo partire dal presupposto che i giornalisti siano insidiosi o malintenzionati”. “Dobbiamo essere coscienti che ci sono giornalisti di tutte le tendenze e di tutti gli atteggiamenti e che dobbiamo cercare di dare a ciascuno un aiuto perché possa compiere un passo nella giusta direzione: da parte nostra, dobbiamo metterlo nelle condizioni di poter dare una buona informazione, se è disposto a farlo”.
Per padre Lombardi, i professionisti della comunicazione della Chiesa non sono “persone che fanno propaganda politica, difensori di interessi particolari o semplici professionisti del giornalismo”.
“Siamo, in primo luogo, credenti e cristiani. Ciò che ci interessa di più è che il Vangelo di Gesù Cristo sia conosciuto e compreso attraverso la parola e la testimonianza della Chiesa. Se questo non avviene stiamo perdendo tempo”.
Circa il magistero della Chiesa nel campo della comunicazione sociale, il gesuita ha segnalato che “è stato sempre positivo, fin dall’inizio; anche se prudente e realista circa le possibili ambiguità e i rischi, li ha sempre affrontati come strumenti utili per l’annuncio del Vangelo in ambiti molto vasti, superiori a quelli che ciascuno di noi può raggiungere attraverso il contatto diretto con le persone”.
Parlando delle caratteristiche del servizio degli uffici stampa, padre Lombardi ha detto che “non dobbiamo mai smettere di insistere sull’uso di un linguaggio chiaro, semplice e comprensibile, non troppo astratto e complicato, o tecnico”.
La rapidità dell’informazione è un altro avvertimento lanciato dal portavoce vaticano: “è opportuno essere disponibili e rispondere – personalmente o attraverso un delegato – quando ci cercano per telefono o per e-mail”.
“Quanto prima si dà la risposta o l’informazione corretta, meglio. In generale, se ne siamo capaci, è meglio essere noi a orientare l’informazione, dandola per primi, piuttosto che correre dietro a informazioni non corrette”.
Allo stesso modo, padre Lombardi ha aggiunto che non si deve avere “una visione troppo centralista della Chiesa: dobbiamo equilibrare l’universalità con la capacità creativa locale”.
“Dobbiamo essere capaci di incoraggiare le iniziative locali, saper far circolare le esperienze positive e condividerle, cercare di coordinare e integrare i contributi per la comunicazione dei vari livelli, ma valorizzando i contributi informativi e comunicativi che la Chiesa universale ci offre”.