CASTEL GANDOLFO, giovedì, 3 settembre 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha ringraziato i produttori della miniserie televisiva “Sant’Agostino” per il lavoro svolto e ha auspicato che “molti, vedendo questo dramma umano, possano essere trovati dalla Verità e trovare la Carità”.
Una nota diffusa questo giovedì dalla Sala Stampa della Santa Sede spiega che questo mercoledì pomeriggio è stata presentata al Papa nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo una sintesi della serie, una coproduzione italo-tedesco-polacca che verrà trasmessa prossimamente in televisione.
Come ZENIT ha già reso noto (cfr. 1° settembre 2009), si tratta di un progetto congiunto della casa produttrice italiana Lux Vide e della Bayerischer Rundfunk/Tellux Film (la televisione bavarese), insieme alla RAI, alla Eos Entertainment Gmbh e alla casa di produzione polacca Grupa Filmova Baltmedia.
Il Papa ha espresso la sua “grande gioia” per il progetto, visto che questo, come hanno spiegato i produttori, è nato da una sua osservazione “piuttosto casuale” di tre anni fa, durante un’intervista concessa alla Bayerischer Rundfunk (ARD), a ZDF, alla Deutsche Welle e alla “Radio Vaticana”.
In quell’occasione, il Papa affermò: “Potrei immaginarmi dei film molto belli. Io naturalmente conosco bene solo i Padri della Chiesa: fare un film su Agostino, anche uno su Gregorio di Nazianzo e la sua figura molto particolare (il suo fuggire ripetutamente perché ne aveva abbastanza, e così via) e dimostrare che non ci sono sempre solo le brutte situazioni attorno a cui girano tanti nostri film, ma ci sono figure meravigliose della storia, che non sono affatto noiose, ma sono molto attuali. Insomma bisogna cercare di non caricare eccessivamente la gente, ma di rendere visibili per molti le figure che sono attuali e che ci ispirano”.
Questo mercoledì, al termine della proiezione, Benedetto XVI l’ha definita un “grande viaggio spirituale” e una “grandiosa rappresentazione”.
“Esternamente la vita di sant’Agostino sembra finire in modo tragico: il mondo per il quale e nel quale è vissuto finisce, viene distrutto. Ma come è stato qui affermato, il suo messaggio è rimasto e, anche nei cambiamenti del mondo, esso perdura, perché viene dalla Verità e guida alla Carità, che è la nostra comune destinazione”.
“In realtà, mi sembra che il film sia un viaggio spirituale in un continente spirituale molto distante da noi e tuttavia molto vicino a noi, perché il dramma umano è sempre lo stesso”.
“Abbiamo visto come, in un contesto per noi molto lontano, si rappresenta tutta la realtà della vita umana, con tutti i problemi, le tristezze, gli insuccessi, come pure il fatto che, alla fine, la Verità è più forte di qualunque ostacolo e trova l’uomo”, ha aggiunto.
Questa, ha concluso, “è la grande speranza che rimane alla fine: noi non possiamo trovare da soli la Verità, ma la Verità, che è Persona, ci trova”.