di Inma Álvarez
PRETORIA, mercoledì, 2 settembre 2009 (ZENIT.org).- La Chiesa cattolica sudafricana vuole “contribuire a suo modo” al successo dei Mondiali di calcio che si svolgeranno nel Paese africano a giugno e luglio 2010.
Per questo, ha lanciato la campagna “Church on the ball”, esortando tutte le Diocesi del Paese ad avviare iniziative di accoglienza dei visitatori stranieri e di promozione della pastorale dello sport.
Una di queste è la partecipazione a una conferenza del Ministero dello Sport nel giugno scorso, nel corso della quale i responsabili ecclesiali hanno presentato i loro progetti di evangelizzazione dello sport.
Per i Vescovi sudafricani, i Mondiali di calcio “rappresentano un’opportunità per mostrare la vitalità del cattolicesimo africano”. Per questo, invitano le comunità a dare la propria disponibilità ad accogliere i gruppi che visiteranno il Paese l’estate prossima.
Secondo quanto ha spiegato uno dei responsabili della campagna, Toni Rowland (della Delegazione Famiglia e Vita della Conferenza Episcopale), il calcio è considerato “lo sport più popolare del Sudafrica, per molti più che uno sport, addirittura una religione o uno stile di vita”.
“E’ indubbio che il Mondiale di calcio 2010 avrà un grande impatto sulla società sudafricana per molti aspetti, e non solo a livello economico”, avverte. “Sarebbe un peccato se fossero presenti solo il mondo secolare, i media, le imprese turistiche”.
Rowland spiega che la Conferenza Episcopale ha tenuto conto delle iniziative che i Vescovi tedeschi hanno avviato durante i Mondiali 2006, soprattutto per quanto riguarda il servizio religioso in varie lingue, le preoccupazioni pastorali e le relazioni ecumeniche.
Spera inoltre che questo avvenimento serva ad “unire le famiglie” intorno alle partite, e che non si limiti solo agli uomini nei pub.
“I giovani e gli uomini adulti, che in genere sono meno coinvolti nelle parrocchie, potrebbero sorprendersi di vedere la propria Chiesa interessata a qualcosa di secolare, e bisogna aspettarsi che questo li esorti a partecipare all’ospitalità e a qualche forma di assistenza pastorale”.
Prostituzione
La Chiesa esprime anche la sua preoccupazione per gli effetti negativi che i Mondiali potrebbero comportare, soprattutto per ciò che riguarda fenomeni come la droga o la prostituzione.
Congregazioni religiose e altri gruppi hanno avvertito in numerose occasioni del grande aumento della tratta di persone, principalmente donne e bambini, che in genere si verifica durante gli avvenimenti sportivi.
Lo ha ricordato in vari forum anche suor Melanie O’Connor, esperta di tali questioni, sottolineando che il sud dell’Africa patisce questo problema già da anni.
Per la O’Connor il rischio riguarderà soprattutto i bambini, anche perché le scuole del Paese chiuderanno durante i Mondiali: “la povertà, la disoccupazione e la mancanza di opportunità sono i problemi che alimentano il motore del traffico di esseri umani”.
L’aumento del turismo potrebbe portare allo sfruttamento dei bambini per la prostituzione, il trasporto di droga e il “merchandising” sportivo, ha avvertito.
Per ulteriori informazioni: www.churchontheball.com
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]