Le chiavi del sacerdozio, dedizione e gioia

Parla il vicepostulatore della causa di canonizzazione di padre Miguel Agustín Pro

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di Gilberto Hernández García

QUERÉTARO, martedì, 28 luglio 2009 (ZENIT.org).- La dedizione a Dio e ai poveri e la gioia sono le caratteristiche che dovrebbero conformare il sacerdote, afferma padre José Camarena, vicepostulatore della causa di canonizzazione del sacerdote messicano Miguel Agustín Pro.

Padre Pro (1891-1927), gesuita, morì fucilato nella prima fase della persecuzione religiosa in Messico, negli anni Venti del secolo scorso.

Per far conoscere di più la sua storia, la Compagnia di Gesù in Messico ha deciso di lanciare in DVD un film uscito nel 2007 che ha lo scopo di mostrare, basandosi su fonti documentarie e testimonianze avvalorate, la vita del presbitero e ispirare i cristiani contemporanei, soprattutto i sacerdoti, a vivere la propria fede con “gioia e creatività”.

Intervistato da ZENIT sull’attualità di padre Pro, il vicepostulatore della sua causa di canonizzazione, padre José Camarena, anch’egli gesuita, ha ricordato che il processo è iniziato l’anno stesso della sua morte, ma la beatificazione è avvenuta solo nel 1988.

Attualmente manca il miracolo necessario per la canonizzazione, “un miracolo decisivo, vale a dire una grazia o una guarigione molto notevole”.

“Molti, anche alcuni Vescovi, mi chiedono quando avverrà la canonizzazione – ha rivelato padre Camarena –, e io in genere rispondo: ‘Domandatelo a Dio’”.

Il gesuita ha spiegato che la devozione a padre Pro è molto diffusa. “Sento che la maggior parte delle persone anziane conosce padre Pro, ma non ha saputo trasmettere questo tesoro ai giovani. Molti di loro non lo conoscono. Penso che sarebbe molto buono se i sacerdoti parlassero di più di lui”.

In questo Anno Sacerdotale, padre Pro ha molto da dire anche ai presbiteri.

“Quando venne ordinato diceva di non essere mai stato più felice in tutta la sua vita: ‘Sentivo nel mio cuore di essere Cristo, che Cristo era in me ed ero io’”, ha ricordato padre Camarena.

“Come sacerdote era totalmente dedito all’amore di Maria, al servizio dei poveri, ma sempre con molta gioia. Quella gioia che nasce dal cuore, dal servizio di Cristo e dalla dedizione totale”, ha aggiunto.

“Giovanni Paolo II ha detto di padre Pro che la radice più profonda della sua dedizione agli altri fu il suo amore appassionato per Gesù Cristo e il suo ardente desiderio di configurarsi a Lui, anche nella morte. Ha anche sottolineato che espresse quell’amore in modo particolare nel culto eucaristico”.

“Credo che oggi manchino sacerdoti realmente dediti, più preparati, ma senza mettere da parte la gioia, come ha fatto padre Pro”, ha concluso il vicepostulatore.

[Traduzione dallo spagnolo e adattamento di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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