Messa per i 400 anni dell'Arcidiocesi peruviana di Ayacucho

Il Cardinale Juan Luis Cipriani presiede la celebrazione come inviato papale

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AYACUCHO, giovedì, 23 luglio 2009 (ZENIT.org).- La Piazza d’Armi di Huamanga, nella località di Ayacucho, è diventata un luogo di preghiera e azione di grazie riunendo migliaia di fedeli per celebrare i quattro secoli della creazione della Diocesi locale.

L’Eucaristia è stata presieduta dal Cardinale Juan Luis Cipriani, nominato da Benedetto XVI suo legato pontificio. Era presente anche il Nunzio Apostolico nel Paese, l’Arcivescovo Bruno Musarò.

Hanno concelebrato la Messa solenne venti presuli peruviani, tra cui l’Arcivescovo del luogo, monsignor Luis Sebastiani Aguirre S.M.

Il Vangelo che sboccia nel dolore

Il Cardinal Cipriani, che è stato Vescovo ausiliare di Ayacucho per nove anni (1988-1997) e Arcivescovo titolare per altri due (1997-999), ha ricordato nella sua omelia l’opera missionaria realizzata dall’Arcidiocesi in questi secoli.

In particolare, ha pregato per le anime di tutti coloro che sono morti nell’epoca del terrorismo di Sendero Luminoso, soprattutto negli anni Ottanta e agli inizi degli anni Novanta.

Il porporato ha anche reso omaggio a tutte le istituzioni religiose che hanno contribuito all’identità cattolica ayacuchana (per la sua religiosità la città è conosciuta come la “la piccola Roma delle Ande”), sottolineando l’opera a favore dei più poveri di Madre Covadonga, la religiosa María Valcárcel Muñiz, dell’Ordine Domenicano del Santo Rosario, e il servizio offerto dalle monache di clausura dei conventi tradizionali ayacuchani di Santa Teresa e Santa Chiara.

Molti dei presenti hanno camminato per più di dodici ore provenendo dalle zone rurali per assistere alla cerimonia, pregando – alcuni in lingua quechua – per la pace e la fede del loro popolo.

Hanno partecipato alla cerimonia anche vari abitanti delle valli Apurímac ed Ene (VRAE), attualmente colpiti dal narcoterrorismo.

“Mie care mamme, bisogna educare questi figli e nipoti; maestri e professori illuminino la mente dei giovani”, ha sottolineato il Cardinale nella sua omelia. “Autorità, lavorate con fermezza e fiducia, senza lasciarvi scoraggiare dalle difficoltà”.

Nella Messa, l’Arcivescovo Musarò ha letto il messaggio che Benedetto XVI ha inviato in occasione di questa speciale commemorazione, chiedendo a tutti gli ayacuchani, in particolare i sacerdoti, di edificare il corpo di Cristo nella comunità ecclesiale.

La ricchezza dell’identità religiosa ayacuchana

L’attuale Arcidiocesi di Ayacucho è stata eretta da Papa Paolo V il 20 luglio 1609. All’inizio si chiamava Diocesi di Huamanga.

Questa città di 93.000 abitanti situata nel sud-ovest del Perù è chiamata anche “la città delle 33 chiese” per gli oltre trenta templi coloniali di stile rinascimentale e barocco con facciate di pietra e interni in legno intagliato e ornati di incisioni dorate e metalli preziosi.

Il Cardinale Cipriani ha sottolineato il fervore della Settimana Santa ayacuchana come “una meravigliosa manifestazione di pietà popolare”.

“Lo sguardo pieno di tenerezza del Nazareno, il silenzio della notte del Santo Sepolcro e l’esultanza all’alba della Domenica di Resurrezione sono orme di questi 400 anni della storia della Chiesa in Perù”, ha osservato.

L’Arcivescovo di Lima ha anche ricordato la sensibilità artistica degli ayacuchani, espressa nelle manifestazioni musicali e nel ricco artigianato.

Allo stesso modo, ha invitato a far sì che lo spirito missionario continui a promuovere le visite ai villaggi e il compito dell’insegnamento del catechismo, sapendo che si conta sulla benedizione del Papa.

Ha anche approfittato dell’Anno Sacerdotale per rivolgere un appello a tutti i presbiteri: “La vita sacramentale illumini tutti gli sforzi pastorali, insistendo in particolare sulla partecipazione all’Eucaristia domenicale; si illumini e si pratichi in modo da promuovere il sacramento della Riconciliazione, superando le difficoltà”.

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ZENIT Staff

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