MADRID, giovedì, 23 luglio 2009 (ZENIT.org).- La Diocesi di Adilabad, in India, una delle più giovani della Chiesa, deve la sua esistenza ai bambini che, vedendo la testimonianza dei missionari, hanno chiesto di essere battezzati.
Monsignor Joseph Kunnath, C.M.I. È il primo Vescovo della Diocesi, informa il servizio missionario di notizie OMpress.
Di rito siro-malabarese, uno dei tre riti cattolici presenti in India, Adilabad è stata creata come Diocesi da Giovanni Paolo II nel 1999. I primi cattolici, religiosi e e religiosi, sono arrivati nel 1962.
Hanno fondato degli internati perché l’accesso all’istruzione per i bambini e le bambine dei villaggi era impossibile se non c’era nessuno disposto ad accoglierli. Molti di quei bambini, vedendo la testimonianza dei religiosi, hanno chiesto di essere battezzati. E’ stato spiegato loro il catechismo, hanno ricevuto il Battesimo ed è così iniziata la Chiesa ad Adilabad.
Monsignor Kunnath, carmelitano di Maria Immacolata, ha raccontato durante una visita in Spagna come quei bambini, i primi cristiani di Adilabad, tornati nei propri villaggi abbiano convertito i loro genitori parlando di Gesù.
La Chiesa di Adilabad ha oggi 15.000 cattolici, lo 0,5% della popolazione, con 36 sacerdoti, 19 dei quali diocesani, tutti indiani.
Ciò che caratterizza maggiormente i fedeli, sottolinea con orgoglio monsignor Kunnath, 69 anni, è il loro impegno, il coinvolgimento e la coerenza di vita con la fede.
Non stupisce che 6 dei 19 sacerdoti diocesani siano vocazioni locali, in una Chiesa che sta nascendo ma che è già del tutto autonoma e molto impegnata con i più poveri. La grande maggioranza dei cattolici appartiene infatti alle fasce sociali più basse.