Rinnovato interesse in Vaticano per l'archeologia sacra

Introdotta la nuova figura del Sovrintendente archeologico

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 19 luglio 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha nominato il nuovo Segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra scegliendo per questo ruolo monsignor Giovanni Carrù, finora Sottosegretario della Congregazione per il Clero.

Allo stesso tempo il Papa ha nominato il Segretario uscente, Fabrizio Bisconti, Sovrintendente archeologico delle catacombe, una figura inedita, finora non prevista nell’organigramma.

In una intervista a “L’Osservatore Romano”, il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, l’Arcivescovo Gianfranco Ravasi, ha detto che dietro queste scelte vi è l’intenzione di dare alla Commissione “la funzione di una struttura generale simile a quella degli altri organismi vaticani”.

“Monsignor Carrù – ha affermato – ha una lunga esperienza nella Curia romana — specialmente in una congregazione importante come quella del Clero — e arriva per consolidare all’interno della commissione tutte quelle caratteristiche di ordine generale, gestionale e funzionale necessarie affinché la fisionomia della commissione si avvicini il più possibile a quella di un organismo vaticano”.

“Ciò ha portato – ha aggiunto Ravasi – anche alla necessità di introdurre la nuova figura del Sovrintendente archeologico”, che “avrà il compito di offrire al Presidente e al Segretario tutto il supporto scientifico necessario, tenendo conto ormai dell’ampiezza della ricerca che viene condotta e della complessità che a livello tecnico ormai hanno acquisito questi tipi di ricerche”.

Si tratta, in sostanza, di “una vera e propria consulenza permanente”; di “un compito di rilievo affidato a uno studioso di grande esperienza” come Fabrizio Bisconti, che “nel settore della conoscenza delle catacombe è sicuramente, a livello internazionale, una figura di indiscusso rilievo”.

“La nomina di Bisconti inoltre è il riconoscimento non solo della sua competenza ma anche di quella dell’équipe con cui ha lavorato in questi anni – ha proseguito –. Un lavoro preziosissimo che ha portato negli ultimi anni grandi risultati.”

A questo proposito, il presule ha citato la scoperta nelle catacombe di Santa Tecla sulla via Ostiense, il 19 giugno scorso, della più antica icona di San Paolo, durante alcuni lavori di restauro coordinati proprio dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

L’Arcivescovo Ravasi ha quindi ricordato anche il restauro dell’ipogeo di via Dino Compagni, che ha coinvolto ben cento pitture in dieci anni di lavoro, mentre si sta cercando di recuperare il museo di Pretestato che custodisce più di mille sarcofagi.

“L’attività della Commissione è amplissima – ha ricordato –: si sta scavando nelle catacombe di Sant’Agnese, in quelle di San Sebastiano e in quelle di Pietro e Marcellino — che diverranno un polo di grande attrazione culturale, turistica e religiosa — e poi, al sopraterra, la grande basilica circiforme del comprensorio callistiano dove era deposto Papa Marco, morto nel 336”.

“Ma non ci si limita a Roma – ha tuttavia osservato –. Dalla catacomba di Carini in Sicilia stanno emergendo delle pitture strepitose e ci aspettiamo grandi scoperte. Si riprenderà anche lo scavo della piccola catacomba dell’isola di Pianosa dove non escludiamo di trovare delle sorprese”.

“In accordo con le diocesi locali, poi, stiamo riaprendo in grande stile le catacombe di San Gennaro a Napoli e quelle di San Giovanni a Siracusa”, ha detto l’Arcivescovo Ravasi ricordando come ultima attività di rilievo della Commissione “il censimento informatizzato di tutte le migliaia di reperti trovati nelle catacombe d’Italia”.

La Pontificia Commissione di Archeologia Sacra è stata istituita da Pio IX “per custodire i sacri cimiteri antichi”, così come per la conservazione, le ulteriori esplorazioni, le investigazioni, lo studio e la tutela delle più antiche memorie “dei primi secoli cristiani, i monumenti insigni” e le Basiliche di Roma e di altre diocesi d’accordo con i rispettivi Vescovi.

Questa Commissione è stata creata su suggerimento di un archeologo romano, Giovanni Battista de Rossi, per organizzare meglio gli scavi, i restauri e la tutela del grande complesso di catacombe che stava venendo alla luce allora sulla via Appia.

L’esperto pose le basi scientifiche dell’archeologia cristiana, studiando e scavando le catacombe romane secondo un moderno metodo topografico che prende in considerazione simultaneamente le fonti storiche e i monumenti.

Nel 1925 la Commissione fu dichiarata Pontificia da Pio XI. I Patti Lateranensi ampliarono le sue competenze e il suo ambito di azione e di studio a tutte le catacombe esistenti in territorio italiano.

Nei luoghi affidati alla Pontificia Commissione, nulla può essere modificato senza il suo permesso; la Commissione dirige tutti i lavori che vi si svolgono, pubblica i loro risultati, stabilisce le norme per l’accesso del pubblico e degli studiosi nei cimiteri sacri ed indica quali cripte si possono utilizzare per la liturgia e con quali cautele.

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ZENIT Staff

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