Che testi usano i tuoi figli?

Andrea Bartelloni analizza i libri di testo scolatici

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di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 14 luglio 2009 (ZENIT.org).- L’umanità è come un virus che divora il pianeta? L’uomo discende dalla scimmia e la Bibbia un libro di favole? L’effetto serra è dannoso? Le attività antropiche sono inquinanti e bisogna fermarle? Siamo troppi sulla terra e quindi le nascite vanno diminuite e selezionate?

Queste le domande che alcuni tra bambini e bambine hanno posto ai loro genitori dopo aver letto e studiato i libri di testo in uso nelle scuole elementari e medie.

Gli errori di impostazione sono così caratterizzati che è evidente che non si tratta solo di un problema di sintesi o di spiegazione scientifica, ma dell’ideologia che domina l’approccio alla realtà degli autori.

Per cercare di capire quanto sia grave il problema e come si possa trovare una soluzione ragionevole, ZENIT ha intervistato Andrea Bartelloni, un medico che si occupa da almeno un decennio di analizzare i contenuti scientifici dei libri di testo, dalle elementari fino alla scuola superiore.

Insieme al professor Giuseppe Sermonti, il dott. Bartelloni ha presentato al Meeting di Rimini nel 2000 uno studio sul contenuto dei libri di testo.

Sullo stesso tema un saggio di Bartelloni è stato pubblicato dal mensile di cultura, orientamenti educativi, problemi didattico-istituzionali per la scuola secondaria superiore “Nuova Secondaria” (n.8, 15 aprile 2009) edito da “La Scuola” di Brescia (vd. http://www.rassegnastampa-totustuus.it/)

Lo stesso Bartelloni si è fatto promotore di un Osservatorio sull’Editoria e i Libri di Testo (osservatorio2000@hotmail.it), dopo che un’iniziativa simile curata dall’Associazione Gymnasium ha smesso di operare.

Molti genitori lamentano la poca scientificità dei testi scolastici. In particolare sui temi di scienze naturali, fisica, chimica, evoluzione, ecologia. Qual è la situazione?

Bartelloni: Attualmente i manuali scolastici che trattano di temi scientifici, quelli di biologia in particolare, affrontano i temi principali in due modi diversi: il capitolo dedicato all’evoluzione non presenta differenze sostanziali tra i vari testi, l’evoluzione non si discute, non si trovano critiche. Gli altri temi offrono una certa variabilità che rispecchia le sensibilità di ciascun autore. Questo è evidente quando si parla di droghe o di ecologia e merita di essere approfondito per dare indicazioni ad insegnanti e genitori.

Questo è l’anno di Darwin in cui si ricordano i 200 anni dalla sua nascita ed i 150 anni dalla pubblicazione dell’Origine delle specie. Molti genitori hanno espresso perplessità per tesi e testi in cui è evidente l’influenza ideologica. Lei ha studiato a fondo il problema. Cosa può dirci in proposito?

Bartelloni: Come dicevo prima: nessuno tocchi Darwin! Forse è veramente uno degli ultimi intoccabili; è quasi possibile parlar male di Garibaldi, ma toccare l’evoluzione e l’evoluzionismo è tabù. Eppure non mancano tra gli scienziati discussioni sul tema. Il numero speciale de Le Scienze del febbraio scorso contiene molti spunti di riflessione, ma nei manuali scolastici  non c’è traccia di queste discussioni. Dalla scuola primaria all’università un sol coro: l’evoluzionismo spiega tutto. Sarebbe opportuno chiarire i termini della questione (evoluzione, evoluzionismo) e tenere distinti gli ambiti scientifici, filosofici e teologici. Sul n. 8 di Nuova Secondaria è apparso un mio intervento che fa il punto della situazione su questo tema.

Anche sui temi ambientali, nei libri di testo, già dalle classi elementari l’umanità è indicata come la causa di tutti gli inquinamenti e le argomentazioni molte volte sono fuori da ogni logica. Può confermarci questo dato?

Bartelloni: In un testo per la scuola superiore di qualche anno fa la crescita demografica veniva paragonata alla diffusione dei microbi nel corpo umano: o la si bloccava o il mondo sarebbe andato distrutto. Queste sono aberrazioni. Stimolare al rispetto per la natura e per l’ambiente che ci circonda è una buona cosa, è buona educazione, il creato non ci è stato dato per distruggerlo. Da qui ad arrivare a dire che l’uomo è la causa di tutti i mali e che la crescita demografica distruggerà il mondo ce ne corre.

Perchè è nato l’Osservatorio dei libri scolastici e quali sono gli scopi e gli obiettivi di questa associazione?

Bartelloni: L’Osservatorio nacque nel 1999 e produsse interventi in ambito storico e scientifico con lo scopo di evidenziare le incompletezze nei manuali scolastici e, dove si presentassero, correggere le distorsioni sui fatti storici e sulle realtà scientifiche.

Cosa dovrebbero fare i genitori per poter intervenire nella scelta dei libri scolastici?

Bartelloni: La scelta dei libri per i nostri figli è delegata ai professori. Questo mi sembra anche ovvio, solamente loro hanno le competenze per valutare quale testo è adatto anche al loro modo di insegnare. Quindi è su loro che bisognerebbe cercare di intervenire. Come genitori possiamo solamente sottolineare le distorsioni o gli errori che evidenziamo e per questo mi sembrerebbe utile una rete per mettere insieme le informazioni e veicolarle al maggior numero di persone, insegnanti compresi, anche perché non tutti i genitori sono in grado di osservare criticamente i testi dei loro figli. Mettere insieme varie competenze aiuterebbe tutti.

Il Ministero della Pubblica Istruzione è al corrente di queste evidenti manipolazioni ideologiche trasmesse nei libri scolastici?

Bartelloni: Anzitutto sarebbe opportuno chiedersi se esista una sensibilità sul tema, specialmente a fronte degli enormi problemi della scuola. Coloro che si sono succeduti al Ministero dell’Istruzione non hanno mai fatto trasparire questa sensibilità, anche perché il problema è culturale. Basti pensare alla storia e a come viene insegnata.

Un’ultima domanda sui manuali scolastici di storia. Possiamo trasferire le critiche e le considerazioni fatte per i testi scientifici a quest’altra materia di insegnamento?

Bartelloni: L’Osservatorio si è dedicato, specialmente nei primi anni della sua attività, a questa materia che offre notevoli spunti di riflessione. Le distorsioni su molti argomenti risentivano ancora, alla fine degli anni novanta, delle ideologie del XX secolo. A venti anni dalla caduta del Muro di Berlino molte cose sono cambiate e sono state recepite anche dalla manualistica scolastica. Rimangono ancora molti pregiudizi anti cattolici e “leggende nere” nei riguardi della Chiesa che sembrano duri a morire e sui quali sarebbe utile lavorare.

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ZENIT Staff

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