La crisi economica globale colpisce anche i bilanci del Vaticano

La Santa Sede ha chiuso il 2008 con una perdita di 911.514 euro

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 6 luglio 2009 (ZENIT.org).- La crisi ecomica e finanziaria che ha colpito tutto il mondo si è riflettuta anche sui bilanci del Vaticano per l’anno 2008.

E’ quanto si apprende in un comunicato del Consiglio di Cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede, diramato questo sabato dalla Sala Stampa vaticana al termine degli incontri svoltisi dal 1° al 3 luglio.

La riunione, che ha visto la presenza di 13 porporati, è stata presieduta dal Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone e salutata nel corso dei lavori dalla visita di Benedetto XVI.

Bilancio economico della Santa Sede

Il Bilancio consuntivo consolidato ha registrato, nel 2008, entrate per 253.953.869 euro e uscite per 254.865.383 euro, con un disavanzo di esercizio di 911.514 euro.

Le uscite, si legge nel resoconto ufficiale, “sono da attribuirsi per la maggior parte alle spese ordinarie e straordinarie dei Dicasteri e Organismi della Santa Sede”, con particolare attenzione posta, si specifica, ai mezzi di comunicazione, soprattutto alla Radio Vaticana.

In tali enti, si legge nella nota ufficiale, prestano servizio 2.732 persone: 761 ecclesiastici, 334 religiosi, 1.637 laici.

Governatorato dello Stato della Città del Vaticano

Ad essere illustrato, sempre per il 2008, è stato poi il Bilancio consuntivo del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

Il bilancio economico della Città del Vaticano, con i suoi musei e servizi, come quelli di qualsiasi altra città (dalla farmacia al supermercato), è indipendente dalla Santa Sede, il cui bilancio economico non conta entrate dirette, tranne le donazioni delle Diocesi, delle congregazioni religiose e dei fedeli di tutto il mondo.

Come per altri Stati, anche quello Vaticano – nel quale lavorano 1.894 persone (31 religiosi, 28 religiose, 1.558 laici e 277 laiche) – “ha subito la crisi mondiale economico-finanziaria”, chiudendo con un disavanzo contenuto in 15.313.124 euro.

Nel periodo preso in esame, prosegue la nota ufficiale, il Governatorato ha avviato di concerto con la Santa Sede “lo studio di una infrastruttura di comunicazione integrata che comprende i servizi di telefonia ed internet”.

“È stato inoltre realizzato il primo impianto fotovoltaico sulla struttura dell’Aula Paolo VI”, provvedendo inoltre, “in continuità con l’impegno degli scorsi anni”, alla “tutela e alla valorizzazione del patrimonio artistico, con particolare riguardo ai Musei Vaticani, ampliando anche le aree espositive e gli orari di visita”.

Un altro impegno economico e finanziario è stato quello sostenuto “per la tutela, valorizzazione e restauro del patrimonio artistico della Santa Sede (restauro della Cappella Paolina, interventi alle Basiliche Papali di San Paolo fuori le Mura e di Santa Maria Maggiore)”.

“Sono stati altresì rilevanti – si legge – i costi sostenuti per la sicurezza all’interno dello Stato della Città del Vaticano e per i grandi lavori di ristrutturazione della Biblioteca Apostolica Vaticana”.

Obolo di San Pietro, una colletta indipendente

Una “lieve flessione”, dovuta “alla generale situazione economica”, è stata registrata anche per ciò che riguarda l’entità dell’Obolo di San Pietro, nonostante “un incremento dei donativi presentati dalle diocesi, dai religiosi e dalle Fondazioni”.

L’Obolo di San Pietro è una colletta che si tiene ogni anno nella maggior parte delle parrocchie del mondo in occasione della Solennità dei Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno, Giornata della Carità del Papa.

Il denaro raccolto, che viene destinato dal Papa non alle spese della Santa Sede, ma alle opere in aiuto dei più poveri, comprende i contributi provenienti dagli istituti di vita consacrata, dalle società di vita apostolica e dalle fondazioni, così come dalle donazioni di fedeli privati.

L’ammontare dell’Obolo per il 2008 è stato di 75.785.574 dollari americani. I “maggiori contributi”, si legge, sono pervenuti dai cattolici degli Stati Uniti, dell’Italia e della Germania, con un “significativo” apporto da parte di Corea e Giappone se commisurato “al numero dei cattolici”.

Inoltre, a sostegno della struttura centrale della Chiesa, le diocesi – in base alle rispettive possibilità – hanno contribuito con un importo di 20.980.140 euro.

“Il contributo più alto – asserisce la nota – è stato presentato dalle diocesi della Germania, seguite da quelle degli Stati Uniti”.

Tali somme, viene chiarito, “sono da distinguersi chiaramente da quelli stabiliti da accordi bilaterali, come per esempio l’Otto per mille in Italia, che sono invece destinati alle rispettive Chiese particolari”.

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ZENIT Staff

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