ROMA, giovedì, 2 luglio 2009 (ZENIT.org).- “Unità nella diversità”: è il titolo che mons. Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme, ha voluto dare alla sua prima Lettera pastorale indirizzata ai fedeli del patriarcato che abbraccia Territori palestinesi, Israele, Giordania e Cipro.
“Le attuali divisioni dei cristiani vanno considerate il risultato del peccato e delle passioni, spiega mons. Twal, perché “esse non hanno nulla a che fare con il pluralismo” .
“Dobbiamo – continua – cercare di restaurare l’unità che è stata lacerata da divisioni e scismi, l’unità che ha come suo fondamento una sola fede e un solo Signore”.
L’unità della Chiesa, sottolinea mons. Twal, “è quella della dottrina, la sua diversità è quella delle forme di vita cristiana, che, nonostante la loro diversità, hanno un fine unico”.
“Nella diversità dei ministeri e delle responsabilità – afferma poi – , l’unità si realizza anzitutto attraverso l’amore, il rispetto dell’altro, la collaborazione e la responsabilità per il mondo secondo la legge naturale”.
Nella Lettera il Patriarca latino di Gerusalemme ricorda quindi la recente offensiva sferrata da Israele nella Striscia di Gaza, che ha portato a 1.500 morti e alla distruzione di numerosi edifici: “soltanto nel mistero e nella luce della croce che possiamo comprendere qualcosa del significato di queste avversità”.
Un conflitto questo, ha commentato, che “ha accresciuto tragicamente l’afflizione dei cristiani” divenuti ormai “forestieri nella terra di Cristo”.
In merito sempre alla questione mediorientale, mons. Twal ha sottolineato che “il popolo palestinese ha una legittima aspirazione alla libertà e alla sovranità. Come il popolo di Israele, esso desidera stabilità e sicurezza. In definitiva, la pace non si può stabilire senza la giustizia”.
Per questo, il Patriarca latino ribadisce “tutto l’impegno della Chiesa di Gerusalemme” che “guarda con tenerezza a tutti i suoi figli delle sue comunità locali, arabi, ebrei e ciprioti, come pure ai suoi figli di tutte le nazionalità”.
“La Chiesa – si legge nella Lettera pastorale – va oltre le differenze di razza e di cultura, poiché essa è cattolica, cioè, universale. Essa vuole andare oltre i conflitti politici, per abbracciare tutti i suoi figli nell’amore di Cristo. In questo modo essa testimonia la carità”.
Il Patriarca latino ricorda poi “l’emigrazione che ha decimato i cristiani della nostra diocesi” causata dall’ “instabilità politica”, dalle “difficoltà economiche” e dall’ “incertezza nei confronti del futuro”.
Per quanto riguarda, invece, la recente visita di Benedetto XVI in Terra Santa, il Patriarca ha commentato che il Santo Padre “ha confermato la nostra fede” ed “ha pure aperto il suo cuore ai cristiani delle altre denominazioni e ai non-cristiani, soprattutto di tutti i monoteisti”.
Infine, mons. Twal incoraggia i fedeli ad “essere artigiani di unità tra gli abitanti di questi Paesi” e a proclamare la Buona Novella, “seminando amore e pace nei cuori delle persone”.
“Una tale testimonianza – ha concluso infine – deve essere data anzitutto con la nostra vita”.