Il Papa a una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli

Il ruolo del Vescovo di Roma nella ricerca della piena comunione

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 28 giugno 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato da Benedetto XVI nel ricevere questo sabato in udienza una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e della conclusione dell’Anno Paolino.

La delegazione era composta: dal metropolita greco-ortodosso di Francia Emmanuel, direttore dell’Ufficio della Chiesa ortodossa presso l’Unione europea; dal vescovo di Sinope Athenagoras, assistente del metropolita del Belgio; dal diacono Ioakim Billis, della sede patriarcale al Fanar.

* * *

«Grazia a voi e pace da Dio, Padre Nostro, e dal Signore Gesù Cristo» (Ef 1, 2).

Venerabili Fratelli,

è con queste parole che san Paolo «apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio» si rivolgeva «ai santi» che vivevano a Efeso «credenti in Cristo Gesù» (Ef 1, 1). Oggi, con questo annuncio di pace e di salvezza, vi porgo il benvenuto nella festa patronale dei santi Pietro e Paolo, con la quale concluderemo l’Anno paolino. Lo scorso anno, il Patriarca ecumenico, Sua Santità Bartolomeo i, ha voluto onorarci della sua presenza per celebrare insieme l’inaugurazione di questo anno di preghiera, di riflessione e di scambio di gesti di comunione fra Roma e Costantinopoli. A nostra volta, noi abbiamo avuto la gioia di inviare una delegazione alle celebrazioni analoghe organizzate dal Patriarcato ecumenico. Non poteva d’altronde essere diversamente in questo anno dedicato a san Paolo, che raccomandava con vigore di «conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace», insegnandoci che ci sono «un solo corpo e un solo spirito» (Ef 4, 3-4).

Siate i benvenuti, cari fratelli che siete stati inviati da Sua Santità il Patriarca ecumenico, al quale trasmetterete in cambio il mio saluto caloroso e fraterno nel Signore. Insieme rendiamo grazie al Signore per tutti i frutti e i benefici che ci ha apportato la celebrazione del bimillenario della nascita di san Paolo. Celebreremo nella concordia la festa dei santi Pietro e Paolo, i protôthroni degli apostoli, come li invoca la tradizione liturgica ortodossa, ossia quelli che occupano il primo posto fra gli apostoli e sono chiamati «maestri dell’ecumene».

Con la vostra presenza, che è segno di fraternità ecclesiale, ci ricordate il nostro impegno comune nella ricerca della piena comunione. Lo sapete già, ma ho piacere anche oggi di confermare che la Chiesa cattolica intende contribuire in tutti i modi che le saranno possibili al ristabilimento della piena comunione, in risposta alla volontà di Cristo per i suoi discepoli e conservando nella memoria l’insegnamento di Paolo, il quale ci ricorda che siamo stati chiamati «a una sola speranza». In questa prospettiva, possiamo allora guardare con fiducia al buon proseguimento dei lavori della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico fra gli ortodossi e i cattolici. Quest’ultima si riunirà nel mese di ottobre prossimo per affrontare un tema cruciale per le relazioni fra Oriente e Occidente, ossia il «ruolo del Vescovo di Roma nella comunione della Chiesa nel corso del primo millennio». Lo studio di questo aspetto si dimostra in effetti indispensabile per poter approfondire globalmente la questione nel quadro attuale della ricerca della piena comunione. Questa commissione, che ha già realizzato un importante lavoro, sarà generosamente ricevuta dalla Chiesa ortodossa di Cipro, alla quale esprimiamo fin d’ora tutta la nostra gratitudine, poiché l’accoglienza fraterna e il clima di preghiera che circonderanno i nostri colloqui non potranno che facilitare il nostro compito e la comprensione reciproca.

Desidero che i partecipanti al dialogo cattolico-ortodosso sappiano che le mie preghiere li accompagnano e che questo dialogo ha il totale sostegno della Chiesa cattolica. Di tutto cuore, auspico che le incomprensioni e le tensioni incontrate fra i delegati ortodossi durante le ultime sessioni plenarie di questa commissione siano superate nell’amore fraterno, di modo che questo dialogo sia più ampiamente rappresentativo dell’ortodossia.

Carissimi fratelli, vi ringrazio ancora per essere qui con noi in questo giorno e vi prego di trasmettere il mio saluto fraterno al Patriarca ecumenico, Sua Santità Bartolomeo i, al Santo Sinodo e a tutto il clero, così come al popolo dei fedeli ortodossi. La gioia della festa dei santi apostoli Pietro e Paolo, che celebriamo tradizionalmente lo stesso giorno, colmi i vostri cuori di fiducia e di speranza!

[Traduzione del testo in francese a cura de “L’Osservatore Romano”]

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione