di Stefan Beig
VIENNA, giovedì, 25 giugno 2009 (ZENIT.org).- Il filosofo viennese Günther Pöltner illustra, in questa intervista a ZENIT, le ragioni dell’attualità della filosofia di San Tommaso d’Aquino.
Pöltner, che negli anni ’60, prima della conclusione dei suoi studi di filosofia ha studiato con successo pianoforte, è professore universitario all’Istituto di Filosofia all’università di Vienna, vicepresidente della Commissione di Bioetica alla cancelleria federale, membro dell’Accademia papale di San Tommaso d’Aquino e presidente dell’associazione di musica e filosofia.
In cosa consiste oggi la maggiore attualità di San Tommaso?
Pöltner: Dal mio punto di vista sono particolarmente attuali oggi due qualità fondamentali di San Tommaso d’Aquino. La prima è di ordine generico: Tommaso cerca, nel suo pensiero filosofico, di spiegare che la filosofia ha anche il compito di riflettere sulle nostre esperienze di vita pratica, che sono il terreno comune di tutte le scienze. Ciò significa che l’uomo deve ritrovare se stesso nella sua riflessione.
Segue quindi la valutazione antropologica di Tommaso, la quale – ne sono convinto – è di estrema importanza per le attuali problematiche antropologiche. Egli è l’unico che non rappresenta né un dualismo di sostanze nel senso di Descartes, né un monismo, ma interpreta l’unità sostanziale dell’uomo in quanto costituita attraverso due principi dipendenti (materia e forma = anima). Attualmente domina ovunque il monismo materiale, che riduce l’uomo alla cognizione della scienza neurologica.
Quali sono gli argomenti che Tommaso d’Aquino introdurrebbe oggi nel dibattito antropologico?
Pöltner: Tommaso d’Aquino avrebbe grandi riserve riguardo all’imperante riduzione naturalistica. Egli farebbe notare, attraverso il suo approccio alla vita pratica, che l’uomo agisce, percepisce, pensa. Egli considererebbe un immenso abuso linguistico sostenere: “Il cervello decide” oppure “L’occhio vede”. Tommaso insisterebbe che espressioni come “intenzione”, “riflessione”, “agire” sono concetti fondamentali pratici. Egli protesterebbe violentemente contro l’affermazione che sono relitti di un’ontologia sorpassata.
Il materialismo ha sempre fatto riferimento alle conoscenze scientifiche. Oggi singoli neuroscienziati respingono l’accesso pratico quale realismo ingenuo.
Pöltner: Sarebbe anacronistico trovare oggi conclusioni ispirate alla scienza naturale riferite a San Tommaso, in quanto ai suoi tempi non esistevano le scienze naturali. Tuttavia troviamo un’evidente confutazione del materialismo nel suo Commento alla “Metafisica aristotelica”.
Se estrapolassi in questa sede l’argomentazione di Tommaso e pensassi al futuro in modo produttivo, solleverei questa obiezione nel modo seguente: la tesi secondo la quale la nostra esperienza pratica di vita è un realismo ingenuo, non supera il test dell’autoapplicazione. L’immagine pratica che noi abbiamo di noi stessi in quanto uomini è l’orizzonte insuperabile di comprensione, che presuppone anche l’interpretazione di conoscenze nel campo delle scienze naturali. Studiosi di scienze naturali conducono ricerche secondo le esigenze, essi spiegano le esigenze con riferimento al mondo degli uomini. Il naturalismo esercita una totalizzazione di questo particolare accesso metodico.
I critici vedono negli argomenti di Tommaso solamente rivelazioni cristiane sostenute da argomentazioni.
Pöltner: Tommaso ha ribadito, come quasi nessuno, l’indipendenza del pensiero filosofico ed ha difeso l’indipendenza metodica del pensiero da direttive teologiche. La teologia è basata su un “Philosoficum” indipendente, metodicamente duraturo, per dimostrare la compatibilità di fede cristiana e di ragione.
Solo di recente si è giunti a una nuova ricezione di Tommaso. E’ possibile che all’inizio dell’era moderna Tommaso sia caduto nell’oblio?
Pöltner: Ciò che nell’era moderna era conosciuto sotto il nome di pensiero “tomistico”, è stato per molto tempo una tradizione scotistico-suareziana. Solo nell’ultimo decennio sono state esaminate criticamente alcune interpretazioni tramandateci da Tommaso, anche sotto l’influenza del filosofo tedesco Martin Heidegger. Ma da principio tutta la ricezione di Tommaso è stata sotto l’influenza di Antoine Suarez e della scolastica barocca spagnola.
Vi è oggi, nuovamente, una ricezione più sentita di Tommaso?
Pöltner: Verso la fine del XX secolo vigeva l’impressione che l’interesse sarebbe calato. Tuttavia, in tempi più recenti si è manifestato un maggiore interesse per Tommaso. A ciò ha contribuito anche l’Accademia papale di San Tommaso d’Aquino, fondata alla fine degli anni ’90, che ha dato un impulso fondamentale all’argomento.