Di fronte alla malattia l’indifferenza è la sofferenza più grande

Il dott. Gigli a Verona su “Le sfide della medicina oggi di fronte al fine vita”

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VERONA, venerdì, 12 giugno 2009 (ZENIT.org).- Il 4 giugno si è svolto presso il Teatro Filippini di Verona una conferenza del prof. Gian Luigi Gigli sul tema: “Le sfide della medicina oggi di fronte al fine vita. Eutanasia? Cure palliative? Testamento biologico?”.

L’Incontro, moderato dal dott. Luigi Caltroni e organizzato dal Movimento per la Vita di Verona, ha permesso di fare luce su alcuni aspetti di attualità sulla questione del fine vita.

Il dottor Gigli, professore di Neurologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Udine, già presidente dei medici cattolici e membro accademico della pontificia Accademia per la Vita ha richiamato inizialmente alcuni aspetti di bio-politica.

La società attuale si è allontanata da una vera democrazia, un mondo dove il diverso viene escluso, dove alla persona malata, ma non terminale, viene misurata “la qualità” della vita per decidere se è degna di vivere o morire, è una società che ha perso il senso vero della democrazia.

E’ bene ricordare, ha proseguito, che nel corso dei secoli il progresso civile altro non è se non il frutto di un senso di diffusa solidarietà, persa la quale il lebbroso, il diversamente abile, il malato vengono abbandonati a se stessi e dimenticati.

Di fronte alla malattia l’indifferenza è la sofferenza più grande, il cristianesimo ha creato nei secoli una progressiva condivisione ed inclusione della sofferenza dell’altro; oggi si assiste ad una crisi di questo con un processo inverso, di esclusione.

Il tema trattato ha poi dato spazio per una vasta analisi del recente caso di attualità della giovane Eluana Englaro. Un caso che ha toccato l’Italia intera, facendo emergere spaccature e profondi interrogativi ed incongruenze sulla decisione della Corte d’appello di Milano che con decreto autorizzativo, (e non legislativo), ha determinato dopo una lunga serie di precedenti sentenze l’autorizzazione al distacco del sondino naso gastrico mantenendo inalterate le altre cure.

Il professor Gigli ha ricordato come il principio di autodeterminazione non sia poi effettivamente stato verificato. Inoltre le ultime indagini sulla ragazza risalivano al 2001 e testimonianze come quelle delle suore e delle amiche non sono state neppure prese in considerazione in sede di processo civile.

Alcuni medici, all’interno della vicenda, non hanno sicuramente aiutato a fare chiarezza sul tema, parlando genericamente e generando confusione fra concetti base come “morte celebrale” e “stato vegetativo” eguagliandoli.

Gigli ha poi affermato che la medicina di oggi rischia di dimenticare le origini fondate sul “Giuramento di Ippocrate”; gli ospedali perdono di vista la missione che è curare, non fare utili o promettere cure miracolose, in un settore dove la magistratura interviene per normare casi limite e creare pericolosi precedenti.

L’auspicio, a detta di Gigli, è che presto si arrivi a legiferare sulla base del disegno di legge già presentato dal senatore Raffaele Calabrò.

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ZENIT Staff

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