di padre John Flynn, LC
ROMA, domenica, 7 giugno 2009 (ZENIT.org).- La questione della legalizzazione del matrimonio omosessuale continua ad occupare le prime pagine. Il 26 maggio scorso, la Corte Suprema della California ha confermato l'esito di un referendum noto come "Proposition 8", che ha modificato la Costituzione dello Stato restringendo l'istituto del matrimonio alle sole coppie eterosessuali.
Il referendum ha abrogato la precedente decisione della stessa Corte Suprema statale, che aveva in sostanza legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Nelle settimane che hanno preceduto l'ultima decisione, il matrimonio omosessuale è stato legalizzato in altri tre Stati, portando il totale a cinque: Massachusetts, Connecticut, Maine, Vermont e Iowa.
Come rilevato da un articolo apparso sul Washington Post del 27 maggio, quattro di questi Stati si trovano nel Nord-Est e, ad eccezione dell'Iowa, tutti hanno legalizzato il matrimonio omosessuale non per via legislativa, ma attraverso una decisione della Corte Suprema statale.
Un elemento importante nei dibattiti su questo tema è quello della libertà religiosa. In un articolo d'opinione apparso sul New York Times del 23 maggio, Peter Steinfels osserva che la proposta di legalizzazione del matrimonio omosessuale nel New Hampshire si era fermata per via della determinazione del governatore John Lynch a firmarla solo se fossero state introdotte maggiori garanzie a tutela delle istituzioni religiose.
Il 3 giugno scorso la Camera e il Senato del New Hampshire hanno approvato alcune modifiche e il Governatore ha quindi firmato la legge, destinata ad entrare in vigore nel 2010, portando così a sei gli Stati USA che prevedono il matrimonio omosessuale. Grazie a queste modifiche, le organizzazioni religiose manterranno la sovranità sul matrimonio religioso e non potranno essere obbligate a partecipare a matrimoni che violino le loro convinzioni religiose, né potranno essere richieste loro, in questi casi, prestazioni di consulenza, assistenza, o altro. Le società assicurative di natura religiosa non potranno essere inoltre obbligate a fornire copertura assicurativa nel caso in cui ciò comportasse una violazione del loro libero esercizio della religione.
Il caso del New Hampshire potrà ben influenzare i dibattiti in corso in altri Stati come quello di New York, ha osservato Steinfels.
Libertà religiosa
Quanto l'introduzione del matrimonio omosessuale è in grado di minacciare la libertà religiosa? La questione è stata oggetto di un forum organizzato dal Pew Forum on Religion and Public Life.
La trascrizione degli atti, pubblicata il 21 maggio, contiene la discussione tra i professori Robert W. Tuttle e Ira "Chip" Lupu, della George Washington University Law School.
Chi si oppone al matrimonio omosessuale si preoccupa del rischio che predicare contro l'omosessualità possa diventare un reato.
Altre preoccupazioni riguardano le istituzioni religiose come gli ospedali e le università, in cui si teme di dover essere costretti a fornire alle coppie omosessuali le stesse prestazioni assicurate a quelle eterosessuali.
Secondo i due professori, non si tratta solo di una questione teorica. Nel 2006, le organizzazioni caritative cattoliche del Massachusetts dovettero chiudere i loro servizi di adozione dopo che le modifiche apportate alla normativa antidiscriminazione resero obbligatorio offrire i bambini in adozione anche a coppie omosessuali.
Un altro ambito di preoccupazione riguarda le imprese e gli individui che hanno obiezioni religiose rispetto al matrimonio omosessuale, come quelle società che forniscono servizi matrimoniali o immobiliari.
Al riguardo, i due professori hanno rilevato che non esistono molti precedenti giurisprudenziali relativamente a questo tipo di obiezioni. I processi giudiziari, finora, si sono concentrati principalmente sulla questione del riconoscimento stesso del matrimonio omosessuale.
Tutela giuridica
Fino a questo momento, chi ha opposto un'obiezione di coscienza di natura religiosa in tribunale non ha riscosso molto successo, secondo un articolo pubblicato dal Washington Post il 10 aprile. Seguono alcuni dei casi citati nell'articolo.
-- Una fotografa cristiana è stata costretta dalla New Mexico Civil Rights Commission a pagare 6.637 dollari (4.683 euro) di spese legali per essersi rifiutata di fotografare la cerimonia di unione di una coppia omosessuale.
-- Una psicologa è stata licenziata in Georgia per essersi rifiutata di prendere in cura una lesbica con problemi di coppia.
-- In California, ad alcuni medici cristiani specializzati in tecniche di fecondazione che si sono rifiutati di inseminare una paziente lesbica la Corte Suprema non ha riconosciuto le motivazioni di natura religiosa.
-- Ad un gruppo studentesco cristiano è stata negato il riconoscimento presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università della California perché non ammetteva persone che avevano rapporti sessuali extra-matrimoniali.
-- Il sito internet per incontri personali eHarmony, gestito da Neil Clark Warren, un cristiano evangelico, ha acconsentito a fornire i propri servizi agli omosessuali in seguito a un ricorso di un uomo del New Jersey che l'aveva accusato di discriminazione.
Un articolo pubblicato il 3 maggio sul Los Angeles Times ha fatto appello a una maggiore tutela giuridica per coloro che si oppongono religiosamente al matrimonio omosessuale. Robin Wilson, un professore di diritto della Washington and Lee University School of Law, ha sostenuto che finora nessuno Stato ha assicurato garanzie sufficienti di libertà religiosa nel legalizzare il matrimonio omosessuale.
Sebbene la normativa del Connecticut e del Vermont contenga disposizioni per l'obiezione di coscienza, non è prevista una tutela sufficiente per persone come i consulenti per matrimoni, i fotografi e chi fornisce il catering.
"A causa di quelle leggi, molte persone dovranno scegliere tra coscienza e lavoro", ha affermato Wilson.
Cause di lavoro
<p>In Gran Bretagna sono state intentate anche numerose cause legali sulla questione. Recentemente, le Chiese hanno espresso timore per la possibilità che le nuove disposizioni antidiscriminazione possano obbligarle ad accettare domande di lavoro di omosessuali, secondo quanto riferito dal quotidiano Telegraph il 20 maggio.La normativa entrerà in vigore l'anno prossimo, ma finora le Chiese avevano sperato in un'esenzione. Questa speranza è stata spazzata via quando a una recente conferenza Maria Eagle, viceministro per le Pari Opportunità, ha detto che la legge riguarderà anche quasi tutti i dipendenti delle Chiese.
"Le possibilità che le istituzioni religiose possano praticare condizioni inferiori alla piena parità sono scarse", ha affermato, secondo il Telegraph.
Il disegno di legge sulle pari opportunità, che deve ancora essere approvato dal Parlamento, interpreta in senso stretto i margini che consentono di escludere gli omosessuali in base ad obiezioni di natura religiosa, limitandosi solo alle figure che ricoprono ruoli di guida liturgica e di catechesi.
I cristiani che si oppongono all'omosessualità vengono bersagliati anche in Gran Bretagna. Queste persone sono state definite "omofobi ritardati" dalla British Association for Adoption and Fostering, un'agenzia che gode di finanziamenti pubblici, secondo quanto riportato dal quotidiano Daily Mail del 14 maggio.
L'agenzia regolamenta e organizza corsi di formazione per gli operatori sociali in tutto il Paese, ha riferito l'articolo.
L'appellativo di "omofobi ritardati" compare in una guida ufficiale all'adozione per le coppie omosessuali, pubblicata dall'agenzia.
Il Daily Mail ha citato Patricia Morgan, autrice di uno studio sull'adozione dei gay, la quale ha detto: "È deprecabile che non vogliano discutere i pro e i contro dell'adozione dei gay, limitandosi ad insultare".
Contrasti sul lavoro
Diversi casi recenti dimostrano che i cristiani si trovano di fronte al rischio di perdere il lavoro se esprimo la loro obiezione di coscienza.
David Booker, un operatore di una charity, è stato sospeso per due settimane in seguito a una conversazione che aveva avuto con un altro operatore al quale aveva esposto la sua opposizione al matrimonio omosessuale, secondo quanto riferito dal quotidiano Telegraph dell'11 aprile.
Booker ha sostenuto di non essere un fanatico, ma di essersi limitato a esprimere la sua opinione personale. Il suo collega ha assicurato che le opinioni che aveva espresso non erano offensive, ha aggiunto il Telegraph.
Il 22 marzo, il Telegraph ha riportato il caso dei proprietari di un albergo, Peter e Hazelmary Bull, che sono stati denunciati da una coppia di omosessuali che si era vista rifiutare una camera in un hotel sul mare.
Le normative che si sono aggiunte all'Equality Act del 2007 vietano di rifiutare la vendita di beni o servizi a motivo dell'orientamento sessuale.
Un altro caso riguarda un dipendente dei registri matrimoniali dell'Islington Council a North London. Lillian Ladele si era rifiutato di condurre cerimonie per le unioni civili di persone dello stesso sesso. Il Council ha vinto un ricorso contro una decisione precedente che aveva considerato Ladele colpevole di discriminazione per via delle sue idee, secondo quanto riportato dalla BBC il 19 dicembre.
La decisione notava tuttavia che non tutti i membri del Council mostravano di essere sensibili verso la fede di Ladele.
Per decenni i fautori dei diritti degli omosessuali hanno fatto appello alla tolleranza e alla compassione; caratteristiche che sembrano gravemente assenti ora che si sta diffondendo il riconoscimento legale.