L'Arcivescovo Celli traccia il profilo del missionario dell'era digitale

Alla Riunione Continentale della Rete Informatica della Chiesa in America Latina

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BOGOTÁ, venerdì, 5 giugno 2009 (ZENIT.org).- L’esperto di Benedetto XVI per la pastorale della comunicazione ha inaugurato questo mercoledì l’XI Riunione Continentale della Rete Informatica della Chiesa in America Latina (RIIAL) tracciando il profilo del missionario dell’era digitale.

L’Arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, ha presentato nell’Eucaristia di apertura due icone che servono da ispirazione per il credente che si mette al servizio di questo nuovo scenario, chiamato anche cultura digitale.

Il primo modello che ha proposto è Gesù Cristo che nell’Ultima Cena si china a lavare i piedi ai suoi discepoli. La RIIAL, come Chiesa, deve identificarsi con il suo Signore e in questo modo realizzare e vivere l’amore che diventa servizio, ha considerato.

Nelle sue parole durante l’apertura solenne dell’evento, monsignor Celli ha segnalato che la RIIAL non è l’ennesima associazione che si dedica alle nuove tecnologie; è la Chiesa stessa che dialoga e serve questa nuova cultura caratterizzata dalla comunicazione.

In questo contesto, ha presentato la seconda icona o immagine che serve da modello per i credenti che vivono nel mondo della comunicazione, tratta dal capitolo 8 degli Atti degli Apostoli.

Il diacono della Chiesa nascente Filippo è inviato dallo Spirito Santo in una zona quasi desertica e lì trova un etiope, al servizio della regina Candace, che legge la Scrittura ma senza comprenderne il significato. Filippo cammina accanto al carro dell’eunuco, lo ascolta, gli chiede se comprende ciò che legge.

L’etiope risponde con umiltà che ha bisogno che gli venga spiegato. Filippo sale sul carro e gli spiega le Scritture annunciandogli il Signore Gesù Cristo. L’uomo chiede di essere battezzato, e Filippo, dopo averlo fatto, viene portato via dallo Spirito. Quel nuovo cristiano prosegue sul suo cammino, molto felice.

Monsignor Celli ha invitato i partecipanti a esercitare un’autentica “diakonia” della cultura, vale a dire un servizio specifico alle persone che sono alla ricerca di un senso per la loro vita, spesso sole anche se a volte dotate di numerosi mezzi di comunicazione, per ascoltarle, camminare con loro, andare al loro ritmo in una compagnia autentica e proclamare loro in un modo adeguato alla loro cultura la Buona Novella di Gesù Cristo.

La RIIAL è una realtà sorta nell’ambito del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali in collaborazione con il Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM).

Per questo motivo, accanto ai comunicatori e agli esperti di 20 Paesi che partecipano all’incontro, sono presenti il Vescovo messicano monsignor Guillermo Ortiz Mondragón, responsabile della sezione Comunicazione Digitale e RIIAL nel CELAM, e il Vescovo salvadoregno Gregorio Rosa Chávez, responsabile della sezione Comunicazione sociale del Dipartimento per la Comunicazione del CELAM.

All’inaugurazione, monsignor Ortiz Mondragón, Vescovo di Cuautitlán, ha posto le basi di una teologia della comunicazione, presentando l’era della comunicazione come un segno dei tempi: “Con la comunicazione la Chiesa diventa comunione, con la comunicazione realizza la sua missione”, ha affermato.

Da parte sua, monsignor Rosa Chávez, Vescovo ausiliare di San Salvador, ha affermato che la rete deve mantenere sempre il credente alla presenza di Cristo, con passione per il Regno, e allo stesso tempo lo deve portare a mostrare misericordia per il povero, l’emarginato e il bisognoso.

Monsignor Fabián Marulanda López, segretario generale della Conferenza Episcopale della Colombia, ha segnalato che “la Chiesa ha la sfida di entrare nel mondo della tecnologia per lavorare senza paura per l’avvento di un mondo migliore”.

L’incontro continentale della RIIAL si protrarrà fino a venerdì nella sede della Conferenza Episcopale Colombiana.

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ZENIT Staff

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