di Renzo Allegri
ROMA, martedì, 28 aprile 2009 (ZENIT.org).- Nettuno e Ipswich, due cittadine sul mare. Nettuno, 50 mila abitanti, si trova a 60 chilometri da Roma, sul litorale laziale, bagnata dalle acque del mar Tirreno; Ipswich, cittadina inglese, 120 mila abitanti, a due ore da Londra nella contea del Suffolk, è bagnata dalle acque del Mare del Nord.
Cattolica la popolazione di Nettuno; anglicana, quella di Ipswich: ma tutte e due contrassegnate da una profonda devozione per la Madonna, invocata con lo stesso titolo, “Nostra Signora delle Grazie”, e raffigurata in una statua lignea che risale al 1182, e che fino al 1538 è stata venerata in un bellissimo santuario a Ipswich e poi è misteriosamente arrivata a Nettuno.
Una vicenda affascinante, straordinaria, commovente, che compendia in se stessa dolorose vicende storiche di divisioni, scismi, odi, persecuzioni, ma che, soprattutto in questi ultimi anni, è diventata una storia di amore, di riappacificazione, di vitalità religiosa, intrisa di un forte desiderio di unità tra cattolici e anglicani.
“Qui a Nettuno, la Madonna, invocata con il titolo di ‘Nostra Signora delle Grazie’, è amata e venerata, proprio da tutti”, dice il signor Mario Mazzanti, priore della Confraternita di Nostra Signora delle Grazie di Nettuno. “La prima domenica di maggio ne celebriamo la festa, che è la più grande e la più sentita festa religiosa della nostra città”.
Le confraternite sono associazioni pubbliche di fedeli della Chiesa Cattolica che affondano le loro radici in antiche tradizioni e che sono disciplinate dai vari canoni del Codice di Diritto Canonico. Sorgono con lo scopo di incrementare il culto pubblico, fare opere di carità, di penitenza, di catechesi e anche per organizzare manifestazioni culturali.
“La nostra Confraternita”, spiega Mario Mazzanti, “si dedica al culto della Madonna Nostra Signora delle Grazie, che è patrona di Nettuno. Attualmente siamo in circa 300 iscritti: 180 confratelli e 120 consorelle, in rappresentanza di tutte le famiglie della città. E’ nostro compito organizzare, in collaborazione con le autorità ecclesiastiche, tutte le manifestazioni riguardanti ‘Nostra Signora’, in particolare l’annuale festa di maggio. In questi giorni siamo alla vigilia ormai, e quindi in pieno fermento”.
“Qual è”, domandiamo a Mario Mazzanti, “l’origine di questa festa dedicata alla Madonna e così sentita a Nettuno?”. “L’origine è legata a una statua lignea arrivata misteriosamente nella nostra città nel 1550, proveniente dall’Inghilterra. Come ho detto, ‘Nostra Signora delle Grazie’ è raffigurata da una statua in legno che conserviamo nel Santuario della nostra città, Per oltre quattrocento anni, quella statua era stata venerata in un santuario a Ipswich, in Inghilterra. La Madonna era invocata con il titolo di ‘Our Lady of Grace’, cioè ‘Nostra signora delle Grazie’. Nel secolo Sedicesimo ci fu in quella nazione lo scisma, la rottura dei rapporti tra la Chiesa cattolica e lo Stato inglese, voluta da Enrico VIII che regnò dal 1509 al 1547”.
“La ragione della rottura, come è noto, era costituita dal fatto che Enrico voleva divorziare dalla prima moglie, Caterina d’Aragona, per sposare Anna Bolena. Il Papa non gli concesse l’annullamento del primo matrimonio ed Enrico proclamò la separazione della Chiesa d’Inghilterra dalla Chiesa Cattolica. Dopo il divorzio, sposò Anna Bolena e si fece proclamare dal parlamento capo della Chiesa Anglicana. Dopo Anna Bolena, sposò altre quattro donne e sfogò il suo odio per la Chiesa di Roma con una feroce persecuzione di coloro che continuavano a proclamarsi cattolici. Confiscò i beni di tutti i conventi e i monasteri, fece incendiare le chiese cattoliche, fece bruciare statue, dipinti, libri, tutto quello che richiamava alla Chiesa Cattolica di Roma. La persecuzione continuò anche dopo la morte di Enrico VIII, anzi divenne più acuta sotto il successore, Edorardo VI”.
“Anche la statua della ‘Our Lady of Grace’ di Ipswich doveva essere bruciata. Il santuario, dove era venerata, fu distrutto nel 1538 da Thomas Cromwell, cancelliere dello Scacchiere e consigliere nero di Enrico VIII. Ma Cromwell volle salvare la statua miracolosa della Madonna e la nascose in una cappella privata di sua proprietà a Londra. E quando la violenza distruttrice si intensificò sotto Edoardo VI, alcuni pii marinai, temendo che la statua della Madonna venisse scoperta e distrutta, decisero di sottrarla dalla casa di Cromwell per portarla in salvo in Italia”.
“La statua venne imbarcata in gran segreto su una nave che doveva raggiungere Napoli. Ma giunta nel Mar Tirreno, la nave fu coinvolta in una terrificante tempesta e trovò scampo riparando nell’insenatura tra Anzio e Nettuno. Passata la tempesta, i marinai decisero di riprendere il largo, ma appena fuori dell’insenatura del golfo, il mare si gonfiò di nuovo, le onde divennero gigantesche e ricacciavano la nave nell’insenatura. I marinai tentarono più volte di proseguire il viaggio, ma inutilmente”.
“Ad un ennesimo tentativo, la nave fu rovesciata. I marinai, in balia di quelle onde violente, erano perduti, ma con loro incredibile meraviglia, si ritrovarono a riva, tutti incolumi e si chiedevano come mai poteva essere accaduto. Si ricordarono dalla statua della Madonna che avevano a bordo e si convinsero che era stata la Vergine miracolosa a salvarli. E riflettendo sul fatto che le onde diventavano gigantesche proprio quando la nave tentava di lasciare l’insenatura, conclusero che la Madonna voleva restare a Nettuno”.
“Lì vicino al luogo dove avevano trovato scampo, c’era una chiesetta. I marinai parlarono con la gente, raccontarono la storia della statua di ‘Nostra Signora delle Grazie’ che avevano sulla nave, e dissero che forse la Madonna voleva restare a con loro. La popolazione ne fu felice, La statua venne sbarcata e portata in processione nella vicina chiesetta. Subito il mare si calmò e i marinai inglesi poterono finalmente riprendere il loro viaggio verso Napoli”.
“La statua incontrò subito la devozione della gente, che continuò a invocarla con il titolo di ‘Our Lady of Grace’, tradotto in ‘Nostra Signora delle Grazie’. Devozione che andò via via aumentando e nel 1854, anno del dogma dell’Immacolata Concezione, Papa Pio IX proclamò ‘Nostra Signora delle Grazie’ patrona di Nettuno. Nel 1914 venne costruito un nuovo grande santuario e la statua miracolosa fu collocata sull’altare maggiore. In seguito in una cappella laterale fu portato anche il corpo di Maria Goretti, una ragazza di Nettuno, uccisa a 12 da uno stupratore e proclamata santa da Pio XII nel 1950”.
Ci sono documenti validi che dimostrano come la statua di “Nostra Signora delle Grazie” che si venera a Nettuno sia proprio quella che fino al 1550 era in Inghilterra? “Lungo il corso dei secoli sono state fatte varie ricerche storiche e sono venuti alla luce diversi documenti. In tempo recenti, uno studioso ha trovato informazioni importanti in alcuni manoscritti conservati nella Biblioteca Vaticana. Sulla scia di quei ritrovamenti, ha fatto delle ricerche con relative altre interessanti scoperte, monsignor Vincenzo Cerri, che era parroco di Nettuno. Mentre in Inghilterra, il dottor J. Docherty di Ipswich ha trovato, al British Museum di Londra, una lettera scritta nel 1538 da un certo William Lawrence a Thomas Cromwell, nella quale trovano piena conferma le notizie tramandate dalla tradizione riguardo il salvataggio della Statua da parte prima dello stesso Cromwell e poi di alcuni marinai che la portarono in Italia. Ma sulla stessa statua, durante un restauro compiuto nel 1959, sono state evidenziate delle scritte in antica e rozza lingua inglese, che confermano la sua origine”.
In Inghilterra esistono tracce di questa statua e del culto di cui godeva? “A Ipswich la devozione alla ‘Our Lady of Grace’ non è mai venuta meno. Il Santuario dove era co
nservata la statua, portava questo titolo fin dal 1152, quando la statua venne scolpita. Come ho detto, quel santuario fu distrutto intorno al 1538, ma la gente ha sempre continuato a pregare la Madonna ‘Our Lady of Grace’. La via dove sorgeva il Santuario si chiama ancora ‘Lady Lane’, ‘strada della Signora’”.
“Nel punto esatto dove sorgeva l’antico Santuario è stata posta recentemente una statua in bronzo, realizzata dallo scultore Roberth M. Mellamphy, che si è ispirato alla nostra immagine lignea. Sotto la statua una targa che dice: ‘Qui c’era la Cappella di Nostra Signora delle Grazie che custodiva la statua in legno di una Madonna con un bambino. All’epoca medievale i pellegrini l’avevano annoverata tra i più famosi oggetti della reale casa. Più tardi andò sotto la protezione del Cardinale Thomas Work. E’ stata chiusa per ordine del re Enrico VIII nel 1938. La statua portata a Londra per essere bruciata è stata salvata da marinai e portata a Nettuno in Italia dove risiede in una grande chiesa’”.
“Voi certamente siete in contatto con la cittadina di Ipswich”. “Siamo in contatto, siamo andati varie volte a vedere quei luoghi e abbiamo fatto anche di più. In accordo con la popolazione di Ipswich abbiamo dato vita a una iniziativa straordinaria che, nel nome di ‘Nostra Signora della Grazie’, mira ad avvicinare sempre più le due Chiese, quella Cattolica e quella Anglicana, nella speranza che si giunga un giorno alla riunione come prima dello scisma”.
“I primi contatti risalgono a molti anni fa, quando monsignor Cerri fece le ricerche storiche in collaborazione con il dottor J. Docherty di Ipswich. Nel 1975 lo scultore inglese Roberth M. Mellamphy, venne a Nettuno a studiare la statua della nostra Signora e ne fece una copia che venne posta in una nicchia nella chiesa anglicana di Saint Mary at the Elmes di Ipswich, che comprende il territorio dove un tempo sorgeva il Santuario di “Nostra Signora”.
Questi contatti andarono via via intensificandosi fino ad arrivare alla formulazione di un “gemellaggio religioso” tra Nettuno e Ipswich. Questa iniziativa si è compiuta e realizzata definitivamente nell’agosto del 2005, quando una delegazione della Confraternita di “Nostra Signora della Grazie” di Nettuno si è recata a Ipswich ed è stata ospite di quella Comunità per una settimana. Io, come priore della Confraternita, guidavo la delegazione. C’era anche padre Padre Carlo Fioravanti, allora Rettore del Santuario di Nostra Signora della Grazie di Nettuno. E’ stata un’esperienza indimenticabile”.
“Per quali motivi?”. “Per tutto. Per tutto quello che abbiamo visto, sentito, provato. Rivedere i luoghi dove era nata la devozione a ‘Nostra Signora della Grazie’, dove per secoli era stata venerata l’immagine che ora si trova nella nostra chiesa, conoscere la gente anglicana che ama la Madonna come noi, sentire il loro grande desiderio di ecumenismo, condividere con loro il sogno di tornare fratelli nella fede, perché siamo figli della stessa Madre, la Madonna Santissima, ha suscitato emozioni veramente indescrivibili”.
“Siamo stati accolti dalle autorità cittadine, con il sindaco in testa, con una cordialità che mai mi sarei aspettato. Siamo stati ospiti nelle case di quella gente. Le emozioni raggiunsero il loro culmine quando, nella chiesa anglicana della parrocchia, alla presenza di noi cattolici e tanti anglicani, padre Carlo ha celebrato la Messa. Era la prima Messa celebrata da un prete cattolico romano, in quella chiesa anglicana dopo lo scisma del 1538”.
“Bellissimo il momento dello scambio della pace quando le mani di persone di religioni diverse, si sono incrociate in un’unica fede. ‘Raccomandiamo la comunità di Nettuno e quella di Ipswich a Nostra Signora delle Grazie’, ha detto padre Carlo. ‘Un solo gregge unito nella lode del Signore’. E anche padre Haley Dossor, il sacerdote anglicano parroco della chiesa di Saint Mary at the Elmes di Ipswich, ha sottolineato la grandiosità di quel momento, che vedeva cattolici e anglicani uniti in preghiera per amore della Madonna”.
“A sera è stata organizzata una processione per le vie della città, sul tipo di quelle che teniamo a Nettuno a maggio, e in ricordo di quelle che si facevano a Ipswich prima del 1538. Insomma, con quel viaggio abbiamo dato vita a una tradizione che da allora si è ripetuta ogni anno”.
“Per la festa di Nostra Signora delle Grazie che celebriamo all’inizio di maggio, una delegazione di anglicani di Ipswich viene a festeggiare la Madonna da noi. E per quest’anno sono in arrivo 55 anglicani di Ipswich, guidati dal sindaco e da due vescovi anglicani. Alla fine di maggio, noi, come ogni anno, andremo a festeggiare da loro”.