KÖNIGSTEIN, martedì, 7 aprile 2009 (ZENIT.org).- Il Vescovo ausiliare di Khartoum, Daniel Adwok Kur, sottolinea in un messaggio la necessità di intensificare gli sforzi per aiutare i cristiani sfollati nel nord del Sudan.

A quattro anni dall'Accordo Comprensivo di Pace (CPA) tra il Governo di Khartoum e il Sudanese People’s Liberation Army/Movement (SPLA/M), percepito come un nuovo inizio per il Paese dopo vent'anni di guerra civile, il presule osserva che non è cambiato il modo in cui il Governo tratta i non musulmani.

Con lo scoppio continuo di conflitti in varie parti del sud del territorio sudanese, le iniziative per riportare i rifugiati nella regione sono state finora decisamente sporadiche.

In un'intervista all'associazione internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), il Vescovo Adwok ha confessato che nonostante i gesti di conciliazione il Governo di Khartoum continua a promuovere la diffusione dell'islam e un'unica identità culturale e religiosa.

A due anni dal referendum sulla possibile indipendenza del sud del Paese, come previsto dall'accordo di pace, il Vescovo sostiene che la questione fondamentale è che il Governo non ha onorato l'impegno di migliorare le condizioni dei non musulmani. Il CPA ha previsto una commissione “per i diritti dei non musulmani”, ma questa non è ancora stata istituita.

“Il Governo si è sempre concentrato sul processo di islamizzazione – ha affermato il Vescovo –. Non vedo alcun cambiamento da parte delle autorità”.

Il presule ha anche espresso la propria frustrazione di fronte alla difficoltà di far sì che gli sfollati possano tornare nelle proprie terre nel sud, sostenendo che ci sono ancora notevoli problemi di sicurezza.

“Cosa porterebbe la gente a lasciare i campi per sfollati e a stabilirsi in un luogo di acuta sofferenza e senza infrastrutture?”, ha chiesto.

Il Vescovo Adwok ha confessato che alcuni cristiani di Khartoum che si erano recati al sud sono tornati nelle regioni settentrionali perché non hanno trovato opportunità lavorative, né alloggi e infrastrutture adeguati.

Durante una riunione nel quartier generale di Aiuto alla Chiesa che Soffre a Königstein (Germania), il presule ha ringraziato l'associazione per il suo sostegno economico, soprattutto per le scuole Save the Saveable (Salvare il Salvabile), che accolgono 15.000 bambini.

“Avremo un triste futuro senza individui qualificati che abbiano un'istruzione cristiana e sperino di vivere in una società islamica dando un contributo positivo al bene comune”, ha dichiarato.

Eros, philia e agape (parte I)

COLLEVALENZA, martedì, 7 aprile 2009 (ZENIT.org).- Per la rubrica sull’Amore misericordioso pubblichiamo la prima parte dell’intervento pronunciato da padre Domenico Cancian, fam, al Convegno svoltosi a Collevalenza, dal 27 al 29 ottobre 2006, sulla prima Enciclica di Benedetto XVI, “Deus Caritas Est”.