Contro Eluana è in atto “una vera e propria persecuzione”

Dopo il sì del Tar al ricorso di Beppino Englaro contro la Regione Lombardia

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RIMINI, lunedì, 26 gennaio 2009 (ZENIT.org).- In merito alla decisione del Tar della Lombardia sul caso Eluana Englaro, l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, ha detto che nei confronti della donna in stato vegetativo da 17 anni è in atto “una vera e propria persecuzione”.

Questo lunedì il Tar lombardo ha infatti annullato il provvedimento con il quale lo scorso 3 settembre la Regione Lombardia aveva impedito alle strutture sanitarie di interrompere l’alimentazione e l’idratazione artificiali che tengono in vita Eluana.

In una nota diffusa questo lunedì l’Associazione ha denunciato che “è in atto una vera e propria persecuzione nei confronti di Eluana Englaro affinché venga al più presto uccisa con la piena responsabilità del nostro Stato Italiano”.

“E’ altrettanto vergognoso il silenzio di coloro che potrebbero fermare questa minaccia di esecuzione contro la vita e la sua dignità, affermando e decretando un fermo no all’eutanasia come è sancito dalla nostra Costituzione”, si legge ancora nel comunicato.

“La sentenza del Tar – prosegue l’Associazione – mostra ancora una volta come nel nome di Eluana, una giovane donna di 37 anni, che vive nonostante la sua grave disabilità, si voglia imporre la morte a tutti i costi, creando così un precedente spaventoso e dalle conseguenze inimmaginabili per chiunque penserà di avere la libertà di decidere sulla sorte dei malati”.

“La vicenda di Eluana sembra strumentalizzata in una lotta tra due contrapposte fazioni che vogliono affermare la propria supremazia e potere, l’una sull’altra fino a rinnegare i dettati costituzionali e quelli che procedono da un etica che non è espressione soltanto del mondo cattolico bensì conquista della coscienza di un’intera civiltà”, si osserva.

“E’ quindi del tutto scandaloso – commentano  –  vedere lo scontro ideologico tra i vari magistrati e quei politici che parlano soltanto ma non agiscono”.

L’Associazione, presente in Lombardia da 35 anni con le Case Famiglia, esprime poi tristezza per le “solite bassezze di chi non sapendo dare ragione delle proprie posizioni si accanisce contro il pensiero della Chiesa, denigrando, offendendo con affermazioni da mercato per non affrontare il vero dibattito”.

La Comunità Papa Giovanni XXIII afferma infine che non “resterà a guardare ma attraverso azioni non violente manifesterà il proprio dissenso affinché l’omicidio assistito non venga mai autorizzato ed Eluana continui a vivere”.

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ZENIT Staff

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