Settimana per l'Unità dei Cristiani: meditazione per il 24 gennaio

I cristiani di fronte alla pluralità delle religioni

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 25 gennaio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il commento ai testi biblici scelti per il 24 gennaio, settimo giorno della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani.

Il testo fa parte del materiale distribuito dalla Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. La base del testo è stata redatta da un gruppo ecumenico della Corea.

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SETTIMO GIORNO

Essere riuniti nella tua mano”

I cristiani di fronte alla pluralità delle religioni

Isaia 25, 6-9

Egli è il Signore! Abbiamo riposto in lui la nostra fiducia

Salmo 117 (116), 1-2

Lodate il Signore, nazioni tutte!

Romani 2, 12-16

Sono giusti non quelli che ascoltano la Legge, ma quelli che la mettono in pratica

Marco 7, 24-30

Hai risposto bene. Torna a casa tua felice

Commento:

Quasi ogni giorno udiamo di violenze in varie parti del mondo fra i seguaci di diverse fedi. Sappiamo anche, però, che in Corea persone di diverse fedi – buddisti, cristiani, confuciani – coesistono, per lo più pacificamente.

Nel grande inno di lode, il profeta Isaia rassicura che tutte le lacrime verranno asciugate e che vi sarà una grande festa per tutti i popoli e tutte le nazioni. Un giorno, afferma il profeta, tutti i popoli della terra loderanno Dio e si rallegreranno della salvezza che Egli dona. Il Signore “in cui abbiamo riposto la nostra fiducia” è l’ospite nella festa eterna nel canto di lode di Isaia.

Quando Gesù incontra una donna non giudea che implora la guarigione di sua figlia, inizialmente, in modo sorprendente, Egli si rifiuta di aiutarla. La donna insiste, dicendo: “sotto la tavola i cagnolini possono mangiare almeno le briciole”. Gesù riconosce le ragioni di lei sulla propria missione, volta in egual modo sia ai Giudei che ai non Giudei, e le dice di andare, con la promessa che sua figlia sarà guarita.

Le chiese si sono impegnate a dialogare per la causa dell’unità cristiana. Negli ultimi anni il dialogo si è sviluppato anche fra popoli di fedi diverse, soprattutto fra quelli “del Libro” (Cristianesimo, Ebraismo e Islamismo); si tratta di incontri che aiutano non solo a conoscersi meglio, ma anche a promuovere il rispetto e le buone relazioni fra vicini, e a costruire pace dove ci sia conflitto. Se la nostra testimonianza cristiana sarà una a motivo della nostra fede in Cristo, la nostra opposizione ai pregiudizi e ai conflitti sarà assai più efficace. E se ascoltiamo attentamente i nostri vicini di fedi diverse, non possiamo forse imparare qualcosa in più sull’amore inclusivo di Dio per tutti i popoli e sul suo regno?

Il dialogo tra i cristiani non dovrebbe condurre alla perdita dell’identità confessionale, ma alla gioia di aderire alla preghiera di Gesù, che si divenga una cosa sola, come Egli è uno con il Padre. L’unità non arriverà oggi, e forse neppure domani, ma insieme con tutti i credenti, camminiamo verso il destino finale comune di amore e di salvezza.

Preghiera:

O Signore Dio nostro,
Ti ringraziamo per la saggezza che apprendiamo dalle Scritture.
Infondici il coraggio di aprire il nostro cuore e la nostra mente al prossimo,
ai vicini di altre confessioni cristiane e di altre fedi.del pregiudizio o dell’odio;
donaci la visione degli ultimi giorni,
quando i cristiani potranno camminare insieme verso la festa finale,
quando le lacrime e il dissenso saranno superati attraverso l’amore. Amen.

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ZENIT Staff

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