CARACAS, giovedì, 22 gennaio 2009 (ZENIT.org).- Il collettivo di studenti di estrema sinistra a favore del Presidente Chávez La Piedrita ha rivendicato l’attacco a colpi di lacrimogeni alla Nunziatura Apostolica di Caracas (Venezuela), avvenuto lunedì scorso.
La sede della Nunziatura è stata presa di mira poco prima delle sei del mattino con sei lacrimogeni, che non hanno provocato danni.
La Nunziatura ha lanciato un appello al Ministro dell’Interno e della Giustizia del Venezuela, Tareck El Aissami, perché si agisca efficacemente contro questo attacco. Il vicepresidente della Conferenza Episcopale del Paese, monsignor Roberto Lückert, ha dichiarato che “la Nunziatura presenterà una protesta formale, perché come Ambasciata deve poter contare sulla sicurezza garantita dallo Stato venezuelano”.
Quello di lunedì è stato il sesto attacco contro la rappresentanza diplomatica della Santa Sede in Venezuela. Dal 2007 la struttura ospita per “motivi umanitari” il militante antipresidenziale Nixon Moreno, accusato dell’omicidio di un funzionario di polizia e del tentativo di violenza sessuale contro una poliziotta, a cui egli si dichiara estraneo.
I media dell’opposizione venezuelana attribuiscono al collettivo La Piedrita tutta una serie di attacchi soprattutto contro i politici dell’opposizione, i giornalisti e le sedi di quotidiani come El Nuevo País, della catena televisiva “Globovision” e più di recente del partito sociale-cristiano COPEI.
Commentando l’attentato, il Vicepresidente del Parlamento Europeo, l’onorevole Mario Mauro, ha espresso la propria solidarietà e vicinanza “alla Nunziatura Apostolica di Caracas e a tutta la comunità cattolica venezuelana che è continuamente bersaglio dell’intolleranza religiosa e del fanatismo di gruppi vicini al Presidente Chávez”.
Mauro, che dalla settimana scorsa è anche rappresentante dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), ha auspicato “un intervento immediato della comunità internazionale per ristabilire all’interno del Paese un clima di tolleranza e di pace”, sottolineando che “il proliferare di episodi simili in futuro non farebbe che peggiorare una situazione già pesantissima in Venezuela, dove i cittadini stanno via via perdendo tutte le libertà fondamentali”.
“Siamo di fronte a una vera emergenza, è necessario agire subito altrimenti il Referendum del 15 febbraio, con la possibile rielezione illimitata di Chávez, costituirà la pietra tombale per lo Stato di diritto e per la libertà religiosa del popolo venezuelano”, ha dichiarato.