CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 20 gennaio 2009 (ZENIT.org).- La Santa Sede, attraverso il Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, presieduto dal Cardinale Javier Lozano Barragán, ha pubblicato un messaggio in cui chiede di non emarginare né dimenticare i malati di lebbra.
Il Messaggio è stato reso pubblico in occasione della 56ª Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra, che si celebrerà domenica 25 gennaio.
Nel testo si ricorda che anche se la lebbra, grave malattia endemica del passato, sembra sradicata, “ancora oggi ogni anno colpisce nel mondo oltre 250.000 persone, la maggior parte delle quali vive in condizioni di indigenza”, tra cui più di 40.000 bambini.
Il problema della lebbra o morbo di Hansen, segnala il messaggio, è rappresentato dai “sentimenti di esclusione e spesso di pesante stigma nei confronti dei malati”, che li rendono “particolarmente vulnerabili”.
Proprio per questo, la Santa Sede chiede che ci sia “una corretta, larga e capillare informazione sulla lebbra, sugli effetti devastanti che può causare nei corpi se lasciati a se stessi, sulle famiglie e sulla società, e suscitare il dovere singolo e collettivo di una attiva fraterna solidarietà”.
La Chiesa, ricorda il testo, “ha sempre avuto una speciale sollecitudine per i malati di lebbra”, come dimostra l’esistenza di congregazioni e organizzazioni a loro dedicate.
Il Consiglio ricorda in particolar modo il beato padre Damiano di Veuster, più noto come “Damiano di Molokai”, “infaticabile ed esemplare Apostolo dei fratelli e sorelle affetti dal morbo di Hansen, faro di Fede e di Amore”.
Accanto a lui, si ricordano anche i religiosi che si prendono cura dei malati di lebbra “scrivendo le pagine più belle della storia missionaria della Chiesa”.
Allo stesso modo, si sottolinea l’esempio del laico Raoul Follereau, “ideatore e promotore di questa Giornata Mondiale”, che attraverso la sua associazione mantiene viva l’attenzione per le persone affette dal morbo di Hansen “sensibilizzando l’opinione pubblica e suscitando coinvolgimento nel sostenere programmi e raccolte di risorse finanziarie”.
Il Consiglio ringrazia quindi l’opera delle associazioni e delle ONG non cattoliche, come la “Sasakawa Foundation”, che esorta “a proseguire con determinazione, perché ai positivi risultati finora raggiunti altri ancora e più avanzati vengano realizzati per il bene dei malati di lebbra e delle loro famiglie”.