Respinta, per ora, l’eutanasia di Eluana

La clinica di Udine rinuncia a far morire la Englaro

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di Antonio Gaspari

ROMA, domenica, 18 gennaio 2009 (ZENIT.org).- La decisione della casa di cura “Città di Udine” di ritirare la propria disponibilità ad ospitare Eluana Englaro e l’équipe di volontari esterni pronti ad assecondare la sua morte per disidratazione e denutrizione, è stata accolta con sollievo dalle associazioni pro vita. 

Venerdì 16 gennaio la casa di cura ”Citta’ di Udine” ha diffuso un comunicato in cui spiega che non accoglierà Eluana Englaro per l’attuazione della sentenza che autorizza la sospensione del trattamento di alimentazione e idratazione artificiale.

Nel comunicato è scritto: “Siamo costretti a ritirare la disponibilità ad ospitare la signora Eluana Englaro e l’equipe di volontari esterni per l’attuazione del decreto emesso dalla Corte d’Appello di Milano il 9 luglio 2008 e ratificato dalla Corte di Cassazione a sezioni riunite lo scorso novembre per il groviglio di norme amministrative e la possibile sovrapposizione di competenze esistenti tra Stato e Regioni”.

Secondo l’Associazione Scienza & Vita si tratta di “una scelta di buon senso e che nei fatti rispetta la vita di Eluana”.

Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita (MpV), ha aggiunto: “Non c’è che da essere soddisfatti dell’evoluzione della situazione” ma ora “bisogna arrivare al più presto ad una definizione di legge, per evitare nuovi interventi della magistratura o nuove prese di posizione di strutture sanitarie ansiose di trovarsi al centro dell’attenzione”.

Per Casini, occorre “una norma che potrebbe arrivare anche attraverso una decretazione d’urgenza che non tradirebbe una volontà largamente maggioritaria del Parlamento specie se limitata al tema dell’idratazione e dell’alimentazione a persone gravemente disabili e che invece consentirebbe di aggirare le lungaggini procedurali dell’iter normale”.

La decisione della casa di cura “Città di Udine” è stata accolta con sdegno dai ‘Radicali’ i quali hanno presentato a Roma una querela nei confronti del Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.

I querelanti sostengono che il Ministro sarebbe reo di “violenza privata aggravata nei confronti dei sanitari della casa di cura Città di Udine”, perché avrebbe fatto pressioni per non procedere all’atto di far morire di fame e di sete Eluana Englaro.

In attesa di vedere come evolverà la vicenda giudiziaria, si sono moltiplicati i messaggi di solidarietà con il Ministro.

In un comunicato recapitato a ZENIT, l’Associazione Scienza & Vita invita quanti si scagliano contro il Ministro Sacconi a “scegliere un profilo di maggiore sobrietà, come la drammatica vicenda di Eluana esige”.

Inoltre Scienza & Vita riconosce al Ministro “il coraggio di aver posto in essere un meccanismo di difesa e di tutela della vita in condizione di estrema fragilità. Una scelta confermata in queste ore da un gruppo di hospice che ribadiscono di essere luoghi di cura fino al termine naturale della vita e non luoghi dispensatori di morte a comando, sia pure per concessione di un’autorità giudiziaria”.

Intervistato da ZENIT, Gianrenato De Gaetani, Vice Presidente della Federvita Liguria, ha espresso il “desiderio di porgere i ringraziamenti al Ministro Sacconi per il suo operato a difesa della vita e dei diritti dei disabili”.

De Gaetani ha auspicato un iniziativa parlamentare per la “promozione di una cultura giuridica che accolga pienamente i principi della salvaguardia della vita umana dal momento del concepimento fino alla morte naturale nonché improntata alla difesa dei più deboli”.

Questo perché “sia sempre garantito loro quel livello obbligatorio di assistenza sociale e sanitaria, quale ad esempio il diritto di cura, il diritto alla nutrizione ed all’idratazione, in quanto elementi capaci di caratterizzare una civiltà giuridica adeguatamente rispettosa dei diritti della persona”.

Anche l’Associazione “Due minuti per la Vita” ha espresso solidarietà e stima per il Ministro Sacconi, incoraggiandolo nel “continuare nel suo dovere di difendere la vita dei cittadini italiani”.

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ZENIT Staff

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