di Jesús Colina
CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 18 gennaio 2009 (ZENIT.org).- L’incaricato papale per le Comunicazioni si è reso presente al VI Incontro Mondiale delle Famiglie dal Vaticano con un videomessaggio in cui illustra la sfida educativa che pone l’era della comunicazione.
Nella trasmissione televisiva, emessa da Catholic.net TV, l’Arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, riconosce che “una delle sfide più serie che le famiglie e tutta la Chiesa affrontano in questo momento è la formazione delle nuove generazioni ai valori umani e cristiani, trovandosi in un ambiente caratterizzato dai mezzi di comunicazione”.
Si tratta di “un clima culturale globale che è stato chiamato ‘mediosfera’ perché è diventato quasi l’aria che respiriamo”, riconosce il presule. “I messaggi mediatici, molti e di ogni tipo di formato, sono spesso contraddittori tra di loro, e non di rado divergono rispetto ai valori che si vogliono vivere in famiglia”.
“Deve essere questo motivo di timore o di rifiuto nei confronti del momento in cui ci troviamo a vivere? – si chiede il collaboratore del Papa – Noi credenti dovremmo rimanere estranei alla cultura della nostra epoca, privandola di un’attiva partecipazione e del nostro messaggio?”.
Monsignor Celli ritiene che non debba essere così. “La famiglia e la comunità ecclesiale devono essere lo spazio in cui si costruisce il significato, in cui si impara a filtrare, a decidere, a selezionare ciò che si vede e si ascolta. La famiglia e la comunità sono occasione di dialogo tra la Chiesa e il mondo”, spiega.
Citando Benedetto XVI, il presule segnala che “insieme alla trasmissione della fede e dell’amore del Signore, uno dei compiti più importanti della famiglia è quello di formare persone libere e responsabili”.
“Educare i bambini affinché facciano un buon uso dei media è responsabilità dei genitori, della Chiesa e della scuola”, ha aggiunto, “perché siano capaci di esprimere giudizi sereni e obiettivi che in seguito li guidino nella scelta o nel rifiuto dei programmi”.
Per questo motivo, ha sottolineato, “la Chiesa promuove da anni una formazione per la percezione critica dei media, chiamata anche edu-comunicazione”.
Ad esempio, ha constatato, “i buoni film, selezionati in base all’età dei bambini, sono un’ottima occasione per approfondire i valori e sviluppare il criterio dei bambini”.
Quest’ultimo, osserva, “servirà a tutta la famiglia perché sia non solo un gruppo di utenti, ma di attivi partecipanti e missionari della Parola nella cultura digitale”.
“Per questo è necessario non lasciare i bambini soli, ma accompagnarli affinché usino con misura, creatività e abilità i nuovi mezzi di comunicazione, come telefoni cellulari, videogiochi e computer, che si stanno estendendo in modo sorprendente”, ha indicato.
“In questo nuovo campo sono protagonisti e possono fare molto bene ai loro contemporanei se condividono con loro la vita della fede”.
“Quant’è importante che la società sostenga le famiglie perché questi nuovi media promuovano una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia!”, riconosce.
“Che Nostra Signora di Guadalupe, eccelsa comunicatrice, protegga e guidi le famiglie e tutta la società perché sia sempre più armoniosa, pacifica e giusta”.