Benedetto XVI ai Vescovi dell'Iran: approfondite il dialogo con l'islam

Due le vie indicate: il dialogo culturale e la carità

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CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 16 gennaio 2009 (ZENIT.org).- Nel ricevere questo venerdì in udienza i Vescovi iraniani, Benedetto XVI ha sottolineato la necessità di incrementare il dialogo con la popolazione e le autorità dell’Iran, indicando due vie da percorrere: il dialogo culturale e l’esercizio della carità.

Nel suo discorso ai presuli, giunti a Roma per la loro quinquennale visita “ad limina Apostolorum”, il Papa ha espresso parole di apprezzamento per la costanza e la perseveranza dei sacerdoti e religiosi costretti spesso a spostarsi per raggiungere le piccole comunità cattoliche presenti in Iran.

Ponendo al centro della sua riflessione la questione del dialogo con le autorità dell’Iran e con la popolazione musulmana, il Papa ha messo in rilievo il bisogno per i cristiani “di sviluppare relazioni armoniose con le istituzioni pubbliche […] in grado di consentire loro di realizzare al meglio la loro missione ecclesiale nel rispetto reciproco e per il bene di tutti”.

“Vi incoraggio a mettere in atto tutte le iniziative volte a promuovere una migliore comprensione reciproca – ha aggiunto -. Entrambi possono essere esplorati: il dialogo culturale, ricchezza plurimillenaria dell’Iran, e la carità. Quest’ultima illuminerà il primo e ne sarà il motore”.

Del resto, ha riconosciuto il Pontefice, “le vostre Chiese sono eredi di una tradizione nobile e una lunga presenza cristiana in Iran. Esse hanno contribuito, ciascuno a suo modo, alla vita e all’edificazione della nazione”.

Il Papa ha quindi ricordato il contributo concreto fornito dalla Caritas all’indomani del terremoto che il 26 dicembre 2003 colpì violentemente l’antica città iraniana di Bam, causando decine di migliaia di morti.

Successivamente, il Pontefice ha constatato che “i cristiani nella vostre comunità cercano opportunità più favorevoli per la loro vita professionale e l’educazione dei loro figli”.

Ciò, ha esortato, “sollecita soprattutto voi, come pastori del vostro gregge, ad incoraggiare i fedeli che rimangono in Iran a rimanere in contatto con i membri delle loro famiglie che hanno scelto un diverso destino”.

“Essi – ha concluso – saranno in grado di mantenere la loro identità e la loro fede ancestrale”.

Dei più di 65 milioni di abitanti dell’Iran, il 98% è formato da musulmani mentre lo 0,04% è composto da cattolici (caldei, armeni e latini).

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ZENIT Staff

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