Luci e ombre della famiglia in America Latina

Intervista a monsignor Aguilar Martínez

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di Gilberto Hernández

TEHUACÁN, lunedì, 12 gennaio 2009 (ZENIT.org).- “Il VI Incontro Mondiale delle Famiglie è un kairós, un’esperienza di grazia, è la presenza amorevole di Gesù Cristo che ci ama e mantiene la sua promessa di essere con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”, constata in questa intervista concessa a ZENIT monsignor Rodrigo Aguilar Martínez, Vescovo di Tehuacán e presidente della Commissione Episcopale per la Famiglia, la Gioventù e i Laici della Conferenza dell’Episcopato Messicano (CEM).

In vista del VI Incontro Mondiale delle Famiglie, che si celebrerà dal 13 al 18 gennaio a Città del Messico, l’incaricato per la famiglia dei Vescovi messicani spiega le luci e le ombre che affronta la famiglia in Messico e in America Latina e parla dell’Incontro dal punto di vista della Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano, celebrata nel maggio 2007 ad Aparecida (Brasile).

Come vede la realtà che vive l’istituzione familiare in Messico?

Monsignor Rodrigo Aguilar: Possiamo parlare di alcune “ombre”. Il primo aspetto che colpisce è la situazione economica. Molte famiglie vivono nella miseria, con angoscia per andare avanti dal punto di vista materiale, ma c’è anche il problema delle famiglie che non sanno amministrare le proprie entrate, spendendo in modo inadeguato. Alcuni decenni fa, molte famiglie vivevano con meno denaro ma più pace. E’ aumentata la distanza tra gli estremi a livello socioeconomico: di fronte a famiglie che vivono in modo troppo agiato e perfino ostentato, altre vivono giorno per giorno e con debiti crescenti. Si è accentuata la mentalità consumistica, unita alla ricerca del piacere a ogni costo.

E’ stata deformata la giusta gerarchia dei valori, e la mentalità relativista che ci invade prescinde da quelli universali e presenta i valori su una base individuale e privata o come frutto del consenso culturale, sociale, politico e anche religioso. La diminuzione o la perdita del senso di trascendenza si manifesta, ovviamente, nella perdita del senso di Dio, che molte volte non viene neanche più rifiutato, semplicemente non se ne tiene conto.

C’è un grande senso di solitudine. Spesso la comunicazione in famiglia è superficiale e funzionale. Si spezzano i legami duraturi. Il sesso viene visto spesso come via per il piacere, senza impegno coniugale e senza apertura alla procreazione.

Il matrimonio per molti non è una base familiare: lo si vuole equiparare a relazioni basate sull’emotività, anche tra persone dello stesso sesso, senza alcun contratto sociale o sacramentale.

Si sta perdendo il rispetto per la vita umana, con molteplici manifestazioni come l’aborto o, all’estremo opposto, l’ossessione per il figlio a ogni costo, con la manipolazione di embrioni o l’affitto di un utero. Contrarie al rispetto per la vita umana sono anche la crescente insicurezza e la presenza del crimine organizzato, con alti indici di impunità.

Ad ogni modo, ci sono anche “luci” nell’istituzione familiare, che continua a essere un baluardo nello sviluppo di molte persone. La famiglia è ancora un valore stimato da molti. Grazie a Dio, continuano ad esserci molte famiglie che sono santuario della vita, comunità di persone unite che si amano, solidali nelle necessità sociali, che promuovono con dedizione l’essere discepoli e missionari di Gesù Cristo.

In Messico sono state approvate leggi che attentano apertamente contro la famiglia – l’aborto, il divorzio espresso, le società di convivenza. Dove stiamo andando?

Monsignor Rodrigo Aguilar: Vorrei pensare che quanti hanno promosso queste leggi vogliano assicurare un senso di progresso, di sviluppo sociale, ma se anche l’intenzione potesse essere buona sicuramente le basi antropologiche sono sbagliate. L’essere umano si costruisce sulla libertà che è responsabile, non su una libertà carente di etica; sull’accettazione della dignità della vita umana per il fatto di esistere come essere umano, dal concepimento e fino alla morte naturale; sull’accettazione dell’identità sessuale di uomo o donna. Queste leggi, basate su un relativismo e un laicismo a oltranza, vogliono promuovere un cambiamento concettuale dell’essere umano e della società, ovvero un cambiamento d’epoca.

Di fronte a questi attacchi com’è possibile salvaguardare la famiglia?

Monsignor Rodrigo Aguilar: Queste leggi sono, in effetti, un attacco contro la famiglia, dandole un significato così plurale ed elastico che perde il suo senso attuale, con la pretesa di identificare la famiglia come ogni relazione di due o più persone con un certo affetto e la convivenza. Questo tipo di famiglia non significa progresso, ma disastro, la distruzione della società. E’ importante salvaguardare la famiglia naturale, ossia l’unione stabile e duratura tra un uomo e una donna, preferibilmente mediante un contratto civile e anche sacramentale e aperto alla procreazione.

Questo tipo di famiglia è la cellula fondamentale della società, quella che garantisce e consolida l’amore maturo dei coniugi, la dedizione paterno-materna e filiale, il senso della fraternità. In effetti sia l’uomo che la donna maturi sperano nella reciprocità stabile nella donazione del loro amore; gli sposi che diventano genitori sperano in un’atmosfera favorevole all’educazione dei figli; i figli hanno diritto a un padre e a una madre costanti e inalterabili durante la loro vita.

Per fortuna la società si sta svegliando: ad esempio di fronte alle leggi a favore dell’aborto in alcuni Stati messicani, mentre in altri si sta promuovendo nella legislazione corrispondente la difesa della vita umana fin dal concepimento. Lo stesso si potrebbe promuovere in relazione al matrimonio e alla famiglia.

Come si parla di bioetica, dovremmo anche parlare di biomedicina, biodiritto, bioinformatica, in cui ogni persona di buona volontà è coinvolta.

Quali sfide presenta il momento attuale alla Chiesa riguardo alla famiglia?

Monsignor Rodrigo Aguilar: Il Documento di Aparecida dice che “visto che la famiglia è il valore più caro ai nostri popoli, crediamo che la preoccupazione nei suoi confronti debba assumersi come uno degli assi trasversali di tutta l’azione evangelizzatrice della Chiesa”. In molte Diocesi della nostra patria si va già definendo l’opera a favore della famiglia proprio come uno degli assi trasversali di tutta la pastorale.

Nella dimensione della Pastorale della Famiglia offriamo alle Diocesi e alle province, a livello sussidiario, materiale e sostegno per strutturare la pastorale familiare ad esempio in questi aspetti: ciò che si riferisce al valore della vita umana, all’accompagnamento delle coppie di fidanzati che vogliono sposarsi, di coppie sposate in situazioni difficili, di coppie in situazioni irregolari, formazione di agenti di pastorale familiare, accompagnamento dei movimenti a favore della famiglia.

C’è ancora molto da fare: essere efficaci nell’opera pastorale, ovvero non basta fare molto, ma farlo bene perché dia frutti nell’accompagnamento alle famiglie in tutte le fasi del loro sviluppo. Che la pastorale a favore delle famiglie si integri nella pastorale organica, e a sua volta si integri nella pastorale con spirito missionario: tutti uniti per formare in ogni battezzato un perseverante discepolo e un appassionato missionario di Gesù Cristo; e che annunciare, celebrare, vivere e servire Gesù Cristo non sia un peso, ma una gioia.

Quali frutti possiamo aspettare dall’Incontro Mondiale delle Famiglie? Le famiglie che non saranno presenti all’incontro come possono arricchirsi con questo avvenimento?

Monsignor Rodrigo Aguilar: Il tema sul quale ci convoca Papa Benedetto XVI al VI Incontro è molto suggestivo e pertinente: “La famiglia, formatrice ai valori umani e cristiani”. Si menziona molto il fatto che la chiave sia la formazione nei valori, così che l’Incontro ci aiuterà con le sue riflessioni e le sue proposte. Per quanti non po
tranno assistere, in seguito verranno pubblicate le conferenze pronunciate, sia nella lingua originale che nella traduzione in spagnolo.

Se da un lato la situazione attuale della nostra patria e del mondo intero si dibatte in atteggiamenti in relazione alla vita, al matrimonio e alla famiglia, dall’altro lato quelle situazioni si trasformano in opportunità per forgiare la nostra identità e i nostri progetti di vita come cittadini e come discepoli e missionari di Gesù Cristo. Il VI Incontro Mondiale delle Famiglie è un kairós, un’esperienza di grazia, è la presenza amorevole di Gesù Cristo che ci ama e mantiene la sua promessa di essere con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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