Cardinal Martino: a Gaza, “condizioni contrarie alla dignità umana”

Polemica per il paragone di Gaza con un lager

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ROMA, venerdì, 9 gennaio 2009 (ZENIT.org).- Il Cardinal Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha dichiarato questo giovedì in alcune dichiarazioni al quotidiano “La Repubblica” che le condizioni della gente che vive nella Striscia di Gaza sono “contrarie alla dignità umana”.

In alcune affermazioni al giornalista Marco Politi, in riferimento alla polemica suscitata dal suo paragone di Gaza con un campo di concentramento mercoledì scorso allo stesso quotidiano, il porporato ha osservato che nelle sue dichiarazioni “non c’è nulla che possa essere interpretato come antisraeliano”.

“Dico di guardare alle condizioni della gente che ci vive. Circondata da un muro che è difficile varcare. In condizioni contrarie alla dignità umana. Quello che sta succedendo in questi giorni fa orrore. Ma quando parlo, si tenga conto di tutte le mie parole”, ha commentato.

Il porporato ha constatato che entrambe le parti hanno le loro colpe e che è necessario dividerle come “si fa in famiglia quando due fratelli litigano”, per poi convincerle a sedersi a un tavolo per negoziare.

“I razzi di Hamas non sono certo confetti. Li condanno. Entrambe le parti hanno di che rimproverarsi. Israele ha certamente il diritto a difendersi e Hamas deve tenerne conto. Ma che dire quando si ammazzano tanti bambini, quando si bombardano scuole delle Nazioni Unite, pur essendo in possesso di tecnologie che permettono persino di individuare una formica sul terreno?”.

“Se Israele vuole vivere in pace, deve fare la pace con gli altri”, ha aggiunto. Dall’altro lato, secondo il Cardinale “Hamas non rappresenta tutti i palestinesi. Io non difendo Hamas: se vogliono una casa, se vogliono uno Stato palestinese, devono capire che la via imboccata è sbagliata”.

Rifiuto della tregua

Nonostante gli sforzi dell’ONU, attraverso la sua risoluzione 1860 che chiede un cessate il fuoco immediato nella zona, sia Israele che Hamas hanno rifiutato per il momento una tregua definitiva, al di là delle tre ore quotidiane decretate negli ultimi giorni.

Intanto, da tutto il mondo giungono in continuazione nuovi appelli di pace. Amnesty International, secondo quanto ha reso noto la “Radio Vaticana”, ha chiesto all’Unione Europea di mediare tra i due contendenti.

Dall’altro lato, la Croce Rossa e la Mezza Luna Rossa hanno denunciato il massacro di civili innocenti che non è stato possibile assistere in tempo perché gli operatori umanitari non possono entrare nella zona. Una situazione questa, a loro avviso, “inaccettabile”.

Le due istituzioni denunciano di aver trovato in una casa alla periferia di Gaza quattro bambini accanto ai cadaveri delle loro madri. Per il momento, tra i palestinesi i morti sono 800 e i feriti più di 3.000. Tra gli israeliani ci sono 11 vittime, 4 delle quali a causa dei razzi di Hamas.

Le suore della Congregazione del Rosario hanno dovuto abbandonare la zona, anche se contano di tornare il prima possibile. Secondo la loro testimonianza, riportata da SIR, la loro scuola è stata danneggiata dalle bombe ed è stata costretta a chiudere.

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ZENIT Staff

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