La Caritas in soccorso della popolazione terrorizzata del Congo

Dopo gli attacchi dei ribelli ugandesi costati la vita a più di 400 persone

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 8 gennaio 2009 (ZENIT.org).- Dopo i brutali attacchi da parte dei ribelli ugandesi, che il giorno di Natale hanno provocato oltre 400 morti in varie zone della Repubblica Democratica del Congo (cfr. ZENIT, 7 gennaio 2009), la Caritas distribuirà aiuti a 10.000 famiglie del nord del Paese.

I ribelli dell’Esercito di Resistenza del Signore (Lord’s Resistence Army, LRA) hanno seminato il terrore e indotto molte persone ad abbandonare le proprie case.

Il portavoce di Caritas Congo, Guy-Marin Kamandji, ha detto che ciò che ha sentito dai sopravvissuti è “terribile”. “Nonostante la presenza delle forze armate in alcuni villaggi, molti sono ancora terrorizzati e temono altre violenze. La gente è scappata senza portare niente e la Caritas sta permettendo di far fronte alle necessità di quanti sono rimasti vittime della violenza di Natale e degli attacchi precedenti”.

Una distribuzione iniziale di generi non alimentari s 5.000 famiglie avverrà questo venerdì, 9 gennaio, a Doruma, Faradje, Dungu e Isiro. La gente riceverà vestiti, utensili da cucina, contenitori per l’acqua e una cerata per ripararsi. Altre 5.000 famiglie riceveranno aiuti in seguito.

Si pensa che fino a 150.000 persone abbiano abbandonato le proprie case per cercare la sicurezza dopo la violenza che ha visto i ribelli bruciare i villaggi, colpire a morte gli abitanti e rapire i bambini costringendoli a diventare soldati.

La Caritas ha lanciato un appello d’emergenza e ha avvertito degli effetti devastanti della guerriglia nella zona nord del Congo.

“La gente della RDC aspira alla pace per il Paese e per i suoi vicini”, ha affermato fr. Pierre Cibambo, responsabile per l’Africa dei collegamenti di Caritas Internationalis.

“Le istituzioni democratiche dovrebbero essere difese e rafforzate, e le violazioni dei diritti umani e la criminalizzazione dell’economia non dovrebbero essere tollerate. Chiunque beneficerà da una RDC stabile e prospera”.

Il Vescovo Richard Domba Madi, della Diocesi di Dungu-Duruma, ha affermato che l’LRA “ha attaccato una parrocchia vicino ai confini, ha bruciato il presbiterio e ha picchiato i sacerdoti. Hanno dovuto andarsene in Sudan e poi in Uganda. Ora si sono rifugiati in Italia perché sono italiani”.

“Sono molto preoccupato di vedere i missionari e gli abitanti dei villaggi abbandonare la propria vita e diventare ‘sfollati’. La gente che ha lasciato le proprie case vive tra enormi difficoltà e viene uccisa senza motivo”, ha denunciato.

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ZENIT Staff

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