Il Papa affida a Maria la pace in Terra Santa

E’ un desiderio, afferma, condiviso da israeliani e palestinesi

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 1 gennaio 2009 (ZENIT.org).- “Per poter camminare sulla via della pace, gli uomini e i popoli hanno bisogno di essere illuminati dal volto di Dio ed essere benedetti dal suo nome”: E’ quanto ha ribadito questo giovedì il Papa nell’affidare a Maria la preghiera per il dramma che si consuma in questi giorni in Medio Oriente.

“A Lei – ha detto il Pontefice durante la celebrazione, nella Basilica vaticana, della 42esima Giornata Mondiale della Pace – affidiamo il profondo desiderio di vivere in pace che sale dal cuore della grande maggioranza delle popolazioni israeliana e palestinese, ancora una volta messe a repentaglio dalla massiccia violenza scoppiata nella striscia di Gaza in risposta ad altra violenza”.

Già nel dopo Angelus del 28 dicembre scorso, il Papa aveva lanciato un accorato appello di pace contro l’ “inaudita violenza” abbattutasi su questa regione: “Sono profondamente addolorato per i morti, i feriti, i danni materiali, le sofferenze e le lacrime delle popolazioni vittime di questo tragico susseguirsi di attacchi e di rappresaglie”.

“La patria terrena di Gesù non può continuare ad essere testimone di tanto spargimento di sangue, che si ripete senza fine!”, aveva aggiunto, implorando “la fine di quella violenza, che è da condannare in ogni sua manifestazione, e il ripristino della tregua nella striscia di Gaza”.

Il Pontefice ha aveva quindi incoraggiato a “un sussulto di umanità e di saggezza in tutti quelli che hanno responsabilità nella situazione, domando alla comunità internazionale di non lasciare nulla di intentato per aiutare israeliani e palestinesi ad uscire da questo vicolo cieco e a non rassegnarsi […] alla logica perversa dello scontro e della violenza, ma a privilegiare invece la via del dialogo e del negoziato”.

Durante l’omelia risuonata nella Basilica di San Pietro per la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, il Papa ha spiegato che “anche la violenza, anche l’odio e la sfiducia sono forme di povertà – forse le più tremende – da combattere”.

“Che esse non prendano il sopravvento!”, ha poi detto sottolineando “la fondata speranza che, con il saggio e lungimirante contributo di tutti, non sarà impossibile ascoltarsi, venirsi incontro e dare risposte concrete all’aspirazione diffusa a vivere in pace, in sicurezza, in dignità”.

Nel richiamare il tema del suo messaggio per l’odierna Giornata Mondiale della Pace – “Combattere la povertà, costruire la pace” -, il Papa ha quindi ribadito che c’è una povertà che impedisce di vivere secondo dignità, una povertà che offende la giustiza e l’uguaglianza e che, come tale, minaccia la convivenza pacifica.

“La globalizzazione – ha affermato – elimina certe barriere, ma può costruirne di nuove, perciò bisogna che la comunità internazionale e i singoli Stati siano sempre vigilanti; bisogna che non abbassino mai la guardia rispetto ai pericoli di conflitto, anzi, si impegnino a mantenere alto il livello della solidarietà”.

Nell’intervista di fine anno alla “Radio Vaticana”, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in merito ai viaggi che il Santo Padre compierà nel 2009 – tra cui quello in Terra Santa – ha detto: “E’ evidente che diversi punti sui quali si nutrono delle aspettative sono tuttora problematici”.

“Bisognerà essere piuttosto prudenti nel guardare a questo anno che inizia”, ha poi aggiunto.

Intanto, a sostenere la necessità della visita del Papa nella drammatica situazione attuale, è stato, sempre ai microfoni della Radio Vaticana, il Patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Fouad Twal.

”Questa situazione, che speriamo finisca il più presto possibile – ha dichiarato il presule –, avrebbe bisogno del Santo Padre per dire a tutte le parti una parola per avere più riconciliazione, più pace, più perdono”.

”Questo – ha ricordato l’Arcivescovo – è il linguaggio di noi cristiani, anzi nel momento più difficile abbiamo bisogno di una voce serena, calma al di sopra di tutte le parti. Una parola del Santo Padre, una benedizione del Santo Padre, una visita del Santo Padre credo che sia una benedizione per noi tutti, perché ne abbiamo bisogno”.

Questo perché “il Papa, la Santa Sede, la Chiesa hanno la forza morale per poter parlare a tutte le parti per il bene di tutti”.

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ZENIT Staff

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