Il Papa: preservare l'ambiente per godere delle meraviglie del creato

Esortazione ai nuovi ambasciatori presso la Santa Sede

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 18 dicembre 2008 (ZENIT.org).- La necessità di rispettare l’ambiente per il benessere delle generazioni presenti e future è uno degli aspetti principali sottolineati da Benedetto XVI questo giovedì, ricevendo in udienza gli ambasciatori presso la Santa Sede di Malawi, Svezia, Sierra Leone, Islanda, Lussemburgo, Madagascar, Belize, Tunisia, Kazakhstan, Bahrein e Isole Fiji.

“Spero ardentemente che attraverso la cooperazione regionale e globale si possa giungere a un accordo su ‘un modello di sviluppo sostenibile, che garantisca il benessere di tutti nel rispetto degli equilibri ecologici'”, ha affermato il Papa rivolgendosi al rappresentante delle Isole Fiji, Pio Bosco Tikoisuva, e citando il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2008.

In questo modo, ha ricordato, le generazioni future “potranno godere delle meraviglie del genio creativo di Dio e vivere in vera pace e armonia con la natura”.

L’ambiente naturale, ha ribadito parlando all’ambasciatore del Malawi, Isaac Chikwekwere Lamba, “è un tesoro affidato a tutta l’umanità perché sia usato e difeso responsabilmente per il bene delle generazioni future”.

Il suo rispetto, ha aggiunto, è imprescindibile se si desiderano “modelli di sviluppo economicamente ed eticamente giusti”, come quelli promossi dalla Chiesa, “resistendo a modelli di progresso contrari ai valori tradizionali”.

Nel contesto odierno, ha spiegato il Pontefice nel suo discorso a Christian Sheka Kargbo, rappresentante della Sierra Leone, lo sviluppo sostenibile può essere ottenuto efficacemente “solo con la cooperazione concertata tra i settori privato e pubblico, e con il dialogo aperto con altri Paesi e corpi internazionali”.

La cooperazione, ha aggiunto parlando al rappresentante del Malawi, è fondamentale anche per “affrontare le sfide del futuro e assicurare uno sviluppo giusto e integrale per il popolo”.

Ciò, osserva, richiede “politiche sagge e lungimiranti, l’amministrazione prudente delle risorse e la volontà di porre un freno a corruzione e ingiustizia, così come la promozione della responsabilità civile e della solidarietà fraterna a ogni livello della società”.

Da questo punto di vista, la Chiesa desidera continuare a offrire il proprio apporto, portando avanti il contributo “allo sviluppo spirituale ed economico” dei Paesi del mondo, “soprattutto attraverso i suoi apostolati nell’ambito dell’istruzione, dell’assistenza caritativa e di quella sanitaria”.

Questa missione, ha osservato, “trova la sua fonte e la sua ispirazione nel desiderio della Chiesa di testimoniare l’amore di Dio”, e in quanto tale “non conosce confini di razza o credo, ma cerca di far sì che ogni persona umana possa svilupparsi pienamente come individuo e come membro di una società caratterizzata dalla solidarietà e da un’autentica preoccupazione per i bisogni altrui”.

L’esperienza, d’altronde, “ha dimostrato che le Nazioni possono compiere costanti progressi quando la maggioranza dei cittadini è adeguatamente nutrita, ben educata e rispettosa degli altri”.

La Chiesa, ha detto all’ambasciatore della Sierra Leone, è lieta di contribuire soprattutto nel campo educativo, “dove si formano le nuove generazioni perché possano diventare membri attivi e responsabili della società”.

“I giovani di tutto il mondo – ha infatti affermato rivolgendosi al rappresentante del Belize – meritano un’istruzione giusta che possa permettere loro di integrare le dimensioni intellettuali, umane e religiose della vita in una sintesi coerente”.

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ZENIT Staff

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