ROMA, giovedì, 11 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Ha già ricevuto numerose adesioni l’appello lanciato dalla sezione italiana dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (WUCWO – UMOFC), che in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ha chiesto al Governo italiano di ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani che l’Italia ha firmato l’8 giugno 2005.
L’appello si pone in continuità con il convegno celebrato lo scorso settembre, a Verona, da Wucwo Europe sul tema “Liberiamo le donne dalla tratta”.
La ratifica della Convenzione europea, “strumento rilevante sul piano sociale, giuridico e politico, sarebbe una dimostrazione della reale volontà politica di voler combattere la piaga della tratta degli esseri umani e delle donne in particolare”, afferma l’appello.
La tratta delle donne, infatti, “colpisce sempre più numerose vittime e si intreccia strettamente ad altre piaghe come il commercio clandestino di sostanze stupefacenti, di armi e di organi, attività criminali gestite da gruppi transnazionali che ne fanno commercio e fonte di guadagno illecito”.
L’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche è un’associazione internazionale di fedeli presso il Pontificio Consiglio per i Laici e un’organizzazione non governativa con statuto consultivo presso le Nazioni Unite, il Consiglio d’Europa, l’UNESCO e la FAO.
E’ stata fondata nel 1910 e riunisce oggi oltre 100 organizzazioni di tutti i continenti per un totale di oltre 4 milioni di donne.
In Italia aderiscono all’UMOFC l’Azione Cattolica Italiana, il Centro Italiano Femminile e il Gruppo Promozione Donna di Milano.
“Le celebrazioni per il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo – ha affermato in un comunicato stampa l’Azione Cattolica Italiana invitando ad aderire all’appello – rappresentano l’occasione per riflettere sulle tante strutture di peccato che ancora oggi rubano e calpestano la dignità di milioni di bambini, uomini e donne in tutto il mondo”.