La fame uccide lo Zimbabwe, denuncia la Caritas

La popolazione mescola al cibo rifiuti animali

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 10 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Per placare la fame, nello Zimbabwe intere famiglie mescolano le proprie ridotte razioni di cibo agli escrementi bovini, denuncia la Caritas.

Il Segretario Generale di Caritas Internationalis, Lesley-Anne Knight, ha affermato che “la gente nello Zimbabwe muore nelle strade per il colera”. I membri locali dell’organizzazione, rivela, “hanno testimoniato che le persone mescolano escrementi bovini con ciò che è rimasto del loro cibo per andare avanti. Questa è povertà al suo grado più disumanizzante”.

La Caritas vuole ampliare le sue operazioni di aiuto nel Paese, visto che a causa degli scarsi raccolti è probabile che la fame aumenti.

<p>Una ricerca svolta a ottobre dall’organizzazione nelle zone in cui lavora ha mostrato che tra il 70 e il 90% delle famiglie soffre di denutrizione, mentre il resto è sull’orlo della morte per fame. Almeno 5,1 milioni di persone su un totale di 13 milioni soffrono la fame.

Non si sa quante persone affette da Hiv/Aids stanno sopravvivendo senza i medicinali o il livello di alimentazione necessari per l’efficacia delle cure antiretrovirali.

L’economia del Paese, l’agricoltura, il sistema educativo e quello sanitario hanno collassato. C’è un vuoto nella leadership politica che dovrebbe prendere le redini della situazione per risolvere la crisi. La condivisione del potere è rimasta in fase di stallo per mesi quando era necessaria un’azione urgente.

I membri della Caritas continuano a fornire aiuti alimentari diretti a più di 600.000 persone, aiutandone indirettamente molte di più. Stanno anche facendo passi per combattere l’epidemia di colera aumentando l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici. A questo scopo, si progettano nuovi pozzi e la distribuzione di kit igienici.

“L’impasse politica dello Zimbabwe non può continuare”, ha affermato Lesley-Anne Knight. “Deve esserci un Governo efficace che possa rettificare le politiche che hanno gettato il Paese in questa situazione”.

“La comunità internazionale deve continuare ad esercitare pressione sullo Zimbabwe perché questa crisi abbia fine – ha aggiunto –. Dobbiamo anche prepararci all’implosione del Paese e alla catastrofe che significherà in termini di sofferenza umana nella regione. I vicini dello Zimbabwe devono affrontare la xenofobia contro i rifugiati del Paese nei loro confini”.

“Sono condizioni che rappresentano una grande sfida per l’azione delle agenzie di aiuto – ha riconosciuto la Knight –, ma la Caritas resta impegnata a portare aiuto nel Paese in questo momento di bisogno”.

Il Ministro dell’Informazione del Governo di Robert Mugabe, Sikhanyiso Ndlovu, ha negato l’esistenza di un’epidemia incontrollata di colera e ha accusato l’Occidente di “complottare per un’invasione dello Zimbabwe”, riferendosi alla possibilità di inviare una forza internazionale di pace.

L’allarme è stato lanciato alcuni giorni fa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per il quale le persone contagiate sarebbero 12.000 a causa della mancanza di acqua potabile.

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ZENIT Staff

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