Un reportage nei luoghi, nella mente e nel cuore di san Paolo
ROMA, martedì, 2 dicembre 2008 (ZENIT.org).- L’esegeta biblico e archeologo inglese, Peter Walker, ha pubblicato un resoconto del “grande itinerario paolino” che nel I secolo d.C. portò Saulo di Tarso sempre più lontano dalla Palestina.
Walker, che ha viaggiato nei Paesi del Mediterraneo come guida e per motivi di studio e ha scritto vari libri sui luoghi legati agli avvenimenti della storia sacra, ha raccolto il frutto delle sue riflessioni nel volume intitolato “Sui passi di san Paolo. Guida spirituale, storica e geografica ai viaggi di san Paolo” (Elledici-Edizioni Messaggero Padova-Velar 2008, pagg. 214, € 20,00).
Il libro presenta 14 luoghi visitati da Paolo e citati negli Atti degli Apostoli, inquadrandoli nell’avventurosa vicenda paolina, nella grande storia del Mediterraneo e nella realtà odierna.
Il testo, arricchito da fotografie a colori, cronologie, elaborazioni grafiche, cartine e approfondimenti, accompagna il lettore in un viaggio suggestivo attraverso strade, paesaggi e città, ma anche nella mente e nel cuore dell’Apostolo delle genti.
In un’intervista, che verrà pubblicata sul n. di gennaio-febbraio 2009 di Insegnare religione, la rivista del settore Scuola dell’editrice “Elledici”, Walker ha parlato di tre dei siti, a suo avviso, più suggestivi e commoventi legati a san Paolo.
Primo tra tutti ha detto di scegliere “il panorama dei superbi monti del Tauro che sovrastano la moderna Antalya, nella Turchia meridionale; mi domando ancora oggi che cosa spinse l’Apostolo a valicarli: non c’è da stupirsi che Giovanni Marco avesse deciso di fare ritorno a Gerusalemme…”
“ Poi ci sono le solitarie coste di Malta spazzate dai venti invernali, che ci aiutano a rivivere il dramma di 276 naufraghi dopo due settimane alla deriva”, aggiunge.
“Infine c’è la Basilica di San Paolo, a Roma – prosegue –, davanti alla quale possiamo meditare sul singolare destino dell’Apostolo, che, decapitato non lontano, rimase sepolto ‘fuori le mura’: lui, un uomo che avrebbe influenzato in maniera così significativa quella città e la sua storia”.
Parlando di come le vicende narrate negli Atti degli Apostoli e nell’epistolario paolino trovino conferma nell’archeologia e nella topografia, l’autore del libro ha detto che “un seggio nell’antico teatro di Mileto che, secondo una scritta, era utilizzato dai ‘timorati di Dio’ (i pagani attratti dal monoteismo ebraico, ndr), ma anche il lastricato di Corinto che porta la ‘firma’ epigrafica di Erasto, un personaggio di rilievo citato in Romani 16, confermano che gli Atti ci restituiscono un quadro veritiero del mondo mediterraneo del primo secolo”.
Circa alcuni aspetti oscuri nella biografia di Paolo di Tarso che vorrebbe veder “risolti”, Walker ha ammesso che “sarebbe bello sapere che cosa fece nel periodo di vita nel deserto poco dopo la conversione, oppure che cosa accadde quando fece ritorno a Tarso: fu ripudiato dai parenti?”.
“Per quanto mi riguarda – afferma –, sarei curioso di sapere se nel 56 d.C. viaggiò veramente in Illiria, l’antico nome della Jugoslavia, magari scrivendo 1 Timoteo e Tito da quella regione (è una questione che discuto nel mio libro)”.
“Ma soprattutto – osserva – : Paolo poté mai allontanarsi da Roma da uomo libero? Io giungo a una conclusione negativa: potrebbe essere stato inserito in una lunga ‘lista d’attesa’, per finire sotto processo prima del grande incendio del 64 d.C. Non posso esserne sicuro, ma è un’ipotesi ragionevole”.