Quando la darwinolatria diventa intollerante

Per Rosa Alberoni la bellezza artistica conduce al Creatore

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di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 30 settembre 2008 (ZENIT.org).- In Europa e in Italia si sta riaccendendo il dibattito su Darwin, la teoria evoluzionistica e l’esistenza di un Creatore. La questione sembra uscire fuori dai binari del rapporto tra fede e scienza, con evidenti esagerazioni polemiche e ideologiche.

In questo contesto, il Pontefice Benedetto XVI ha spiegato le sue argomentazioni nel volume “Creazione ed Evoluzione” (Edizione Devoniane 2007) in cui vengono riportate le relazioni svolte in un incontro a Castel Gandolfo nel 2006. Inoltre il Pontificio Consiglio della Cultura ha annunciato un convegno internazionale sul tema per il marzo 2009.

 Per cercare di comprendere quali siano i veri termini del dibattito, ZENIT ha intervistato Rosa Alberoni, la professoressa e scrittrice che sul tema ha pubblicato “Il Dio di Michelangelo e la barba di Darwin” (Rizzoli, 2007).

Secondo uno studio dell’Università del Southhampton (riportato dal Daily Telegraph del 20 settembre) il 36% degli insegnanti di Scienze in Gran Bretagna è convinto che Dio abbia un ruolo nella creazione dell’uomo. Sempre secondo il sondaggio il 28% degli insegnanti pensa anche che gli studenti dovrebbero essere incoraggiati a scuola a dibattere della creazione insieme alle teorie evoluzionistiche. Lei che ne pensa?

Rosa Alberoni: Penso che l’iniziativa sia lodevole. Tuttavia mi sembrano dei calciatori messi in panchina, che timidamente chiedono al Mister di entrare sul campo di gioco. E questo perché la maggioranza dell’élite ha accettato l’egemonia del messaggio del profeta Darwin. Gli atleti intimiditi e la gente comune, soprattutto i genitori, dovrebbero chiedere con forza: perché mescolate il sacro con il profano? Perché una teoria viene parificata alla realtà? La Creazione non è una teoria, è una realtà forgiata da una mano potente, una realtà certificata da tutto il creato, che è misterioso e sconfinata, e controfirmata dalla venuta di Cristo, che l’ha consacrata con la sua Parola. Quindi la Creazione non è oggetto di discussione, né di opinione, ma di acclamazione. Per confutare la teoria darwinista basta il buon senso: nessuna teoria è capace di creare il cielo e la terra, e tanto meno quel mistero che è l’essere umano, capace di conoscere passo dopo passo i piccoli segreti del creato, non la potenza di Dio, non il suo piano, non il suo pensiero come sostiene Einstein.

Facendosi interprete dei desideri dei suoi studenti, il direttore del dipartimento educativo della Royal Society, il biologo Michael Reiss, ha dichiarato che la Creazione deve essere trattata a scuola tanto quanto l’evoluzionismo. Per questa sua dichiarazione Reiss ha subito incresciosi attacchi e richieste di dimissioni. Non le sembra oscurantista il divieto di discutere di teorie diverse da quelle evoluzioniste?

Rosa Alberoni: Più che oscurantista il divieto è tracotante. Semmai la domanda che bisogna porsi è un’altra: perché la civiltà ebraico-cristiana ha permesso che una teoria s’installasse nelle scuole e sui media come realtà? Perché tale appare ai nostri figli: viene loro insegnato sin dall’asilo che l’uomo proviene dalla scimmia, con tutti i disegni che indicano con cura meticolosa come la scimmia camminando nel tempo perda il pelo, si alzi in piedi e diventi uomo. Quando arriva Natale, ai bambini l’evento centrale della cristianità si presenta come una delle tante favole. Tanto è vero che aspettano Babbo natale con sacco di doni, e Gesù appare loro come uno dei figli degli ambientalisti, fatto nascere apposta in una capanna, perché là dove vivono il bue e l’asinello l’aria non è inquinata. Ora tornare indietro nella storia per mettere insieme i cocci è arduo. Solo una decisione drastica, presa da tutti i Governi delle Nazioni appartenenti alla civiltà cristiana, potrebbe ristabilire la verità: decretare che la teoria darwinista venga collocata accanto a tutte le altre teorie dell’evoluzione – Lamark, Bergson, Comte, ecc. – e diventi materia di interesse per gli studenti universitari.

 Recentemente negli Stati Uniti un ricercatore è stato licenziato perché credeva nella Creazione. In Svezia il Ministro dell’Educazione ha vietato che si parli a scuola di teorie diverse da quelle evoluzioniste e il Consiglio d’Europa ha votato una risoluzione in cui sostiene che “il creazionismo può diventare una minaccia ai diritti umani”. Perché secondo lei, ci sono tante critiche nei confronti delle teorie che non si accontentano di tesi riduzioniste e che riconoscono un Creatore?

Rosa Alberoni: Primo: il Consiglio d’Europa ha perso il senno, perché una tale decisione sottoscrive il degrado morale dell’Europa. Secondo: perché Dio è ingombrate per gli atei militanti, che fomentano la dittatura dell’individualismo. E’ ingombrante perché chiama in causa la coscienza morale di ognuno, perché i valori che scaturiscono dalla parola di Dio tutelano la dignità della persona, creano la civiltà, incitano a frenare gli impulsi distruttori di chiunque, quegli impulsi provenienti da Satana che lotta per ingrandire il suo regno di anime dannate. Gli atei militanti pretendono di vivere ed agire come gli animali: fare ogni giorno quello che più gli piace. Vale a dire: abortire come e quando si vuole; matrimoni fra uomini e fra donne; adozione dei bambini da parte di chiunque; calpestare i deboli nella lotta per il potere, per l’egemonia, o semplicemente per poter dire: io valgo più di te, perché sono più forte, quindi taci e obbedisci. E agli scientisti di poter clonare chiunque, incrociare l’uomo con l’animale, usare l’essere umano come cavia, fare esperimenti a tutto campo senza limiti, usando come criterio la coscienza del montone.

E’ la menzogna seminata dai darwinisti che minaccia i diritti dell’essere umano a considerarsi tale, cioè diverso dagli animali sia fisicamente che ontologicamente. I popoli devono capire per potersi ribellare, rigettare l’inganno e pretendere la verità dagli scienziati che operano da scienziati non da imbroglioni. Agli scientisti, ai forgiatori di menzogne in realtà non gliene importa nulla della provenienza dell’uomo, la scimmia è un grimaldello per ottenere la libertà di manovra, gli interessa il potere aribitrario, il denaro. Ma sanno che per ottenere carta bianca devono sbarazzarsi di Dio, annientare la coscienza morale dell’uomo, ridurlo ad un robot da manovrare a piacimento.

Nel libro “Il Dio di Michelangelo e la barba di Darwin” lei sostiene che la teoria evoluzionista è diventata “darwinolatria”, e che è molto dannosa per i nostri figli. Ci spiega perché?

Rosa Alberoni: Perchè polverizza i valori della civiltà ebraico-cristiana. Perché è diventata l’ideologia che ha sostituito il marxismo. Non si parla più di Marx, è sparito dal linguaggio e dagli scritti, ma al suo posto hanno messo Darwin, il DNA. Questo ci indica che il comunismo portava in grembo la scimmia. Smaterializzatosi il comunismo, è apparso l’animale peloso e il suo profeta: Darwin il possessore della verità autentica. Mentre Abramo, Mosè, i profeti, la Madonna, i Santi, Cristo Gesù, tutti bugiardi! Tutti imbroglioni! La darwinolatria è nefasta, proprio come lo è stato il comunismo, perché giorno per giorno manipola le menti dei giovani dandogli le immagini e il linguaggio, che si riferiscono alla pura corporalità profana. I detentori dei media, i darwinisti o darwinolatri, non negano apertamente i valori cardini della nostra civiltà, ma li svuotano di significato. Per esempio: non hanno (ancora) il coraggio di affermare apertamente che il non uccidere, il non rubare, non dichiarare il falso, non commettere atti impuri, come lo stupro e la pedofilia, il rifuggire i vizi, l’onorare Dio, i genitori e le autorità sono valori eterni voluti dalla saggezza umana e da Dio. Non dicono: abbandona i valori della tradizione ebraico-cristiana e segui i nostri, che calzano meglio al tuo esser
e moderno. Ma dicono: segui la tua idea, il tuo volere, i tuoi desideri, sii libero di scegliere, di agire come vuoi, e di crearti i valori quando ti pare. In sostanza, se sei intelligente, segui il tuo volere individuale, segui il tuo Io e le sue voglie, come l’ha definito Benedetto XVI. E’ questo che viene in modo subliminale suggerito nelle scuole, sui media. A scuola il bambino non va per imparare, ma per divertirsi, per esprimere i suoi desideri, e l’insegnante non deve insegnare ma porsi in ascolto dell’alunno. E’ l’insegnate che deve imparare dall’alunno, e i genitori, complici di tale ideologia, incitano i figli dicendo: fai di testa tua. Cioè fai quello che ti pare. Ed essi lo fanno, tranne poi lamentarsi del caos morale e sociale in cui viviamo.

 Lei parla anche della bellezza del Dio di Michelangelo. Può dirci quale concetto intende comunicare?

Rosa Alberoni: Michelangelo ci indica che Dio è il forgiatore di tutto il creato, e lo forgia con sapienza, armonia e bellezza impareggiabili ed irripetibili. All’uomo che ha nominato suo aiutante e custode della terra, non resta che conoscere, e cercare di imitarlo nel creare bellezza ed acquisire saggezza. Ci dice anche che Dio ha un piano per il Suo creato e per rassicurarci che non ci ha abbandonati, nonostante le nostre brutture, egli ci ha inviato i profeti, i Santi e infine, visto che eravamo sordi e ciechi, si è fatto uomo, Cristo, per rivelarci in modo inequivocabile che il Padre nostro esiste ed è nei cieli, ci ama di un amore smisurato, e ci ha indicato la via per tornare a casa. Ma per dirci anche che la vita ha senso, ha un valore unico ed inestimabile. Sta a noi saper usare il libero arbitrio che ci ha donato sin dal principio, sta a noi scegliere se ascoltare la Sua Parola e salvarci, o seguire la sonata di Satana e dei suoi seguaci e perderci.

Osservando la Cappella Sistina e il messaggio chiaro ed inequivocabile di Michelangelo, viene da domandarsi: perché siamo arrivati a tanto? Perché tirare in ballo la scimmia, povera creatura incolpevole? Perché dovremmo barattare la vita fatta di solo polvere con la bellezza della creazione e la certezza della vita eterna? La risposta non ha scampo: o siamo diventati più ottusi della scimmia oppure Satana sta facendo un buon lavoro. E quindi nella nostre orecchie rimbomba la domanda inquietante di Cristo: “Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?”.

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ZENIT Staff

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