CASTEL GANDOLFO, domenica, 28 settembre 2008 (ZENIT.org).- “Tutte le società traggono beneficio quando alla Chiesa viene riconosciuto il diritto di esercitare il ruolo di amministratrice di beni materiali e spirituali insito nel suo ministero”, ha detto questa domenica Benedetto XVI.
E’ quanto ha sottolineato il Papa nel ricevere sabato mattina, a Castel Gandolfo, il signor Pavel Vošalík, nuovo Ambasciatore della Repubblica Ceca presso la Santa Sede, per la presentazione delle lettere credenziali con le quali viene accreditato nell’alto ufficio.
Nell’udienza, il Papa ha affrontato le molte sfide che interpellano l’Europa di oggi e il ruolo della Chiesa all’interno del tessuto sociale, in particolare in vista del semestre di presidenza all’Unione Europea che la Repubblica Ceca assumerà nel 2009.
Nel suo indirizzo di saluto il neo ambasciatore ha notato che “l’integrazione europea sempre più profonda e l’ampliamento dell’Unione Europea sollevano nuove questioni sul futuro del nostro continente e sull’orientamento del nostro ulteriore sviluppo”.
“Senza la consapevolezza della nostra provenienza, è molto difficile trovare la giusta direzione – ha quindi osservato –. Configurare lo sviluppo futuro dell’Europa è impossibile senza ritornare alle radici della nostra cultura e della nostra civiltà e senza rispettare le ‘fondamenta’ cristiane della nostra ‘casa comune’”.
“In particolare in questo settore si apre un ampio spazio di comunicazione fra la Repubblica Ceca e la Santa Sede”, ha poi affermato, aggiungendo di rintracciare il punto focale delle diverse questioni nella formazione delle nuove generazioni, perché “l’educazione è un imperativo del nostro tempo”.
Nel prendere la parola il Papa ha sottolienato che “la Chiesa è consapevole delle sfide numerose che si presentano all’Europa proprio in un momento in cui le nazioni aspirano a edificare una comunità internazionale più stabile per le generazioni future”.
“Per proseguire – ha continuato –, i suoi responsabili sono chiamati a riconoscere che la felicità e il benessere umani non possono essere ottenuti solo attraverso strutture o da un singolo ceto sociale o politico”.
Piuttosto, ha riconosciuto, “la realizzazione di una cultura autentica, degna della nobile vocazione dell’uomo, richiede la cooperazione armoniosa di famiglie, comunità ecclesiali, scuole, imprese, organizzazioni comunitarie e istituzioni governative”.
“Lungi dall’essere fini in sé, queste entità sono strutture organizzate al servizio di tutti e sono integralmente collegate fra di loro in vista del bene comune”, ha proseguito il Pontefice.
Guardando poi in particolare alle questioni legate alle proprietà della Chiesa nella Repubblica Ceca, il Papa ha affermato che “ci sono segni di progresso su questo tema ma molto deve ancora essere fatto”.
Il Vescovo di Roma si è quindi augurato che le apposite Commissioni istituite da governo e parlamento per dirimere tali questioni “lavorino con onestà, giustizia e vera considerazione della capacità della Chiesa di contribuire al benessere dello Stato”.
In precedenza, nel suo discorso, il neo ambasciatore aveva ricordato la tirannia del fascismo e del comunismo che ha dominato la nazione ceca nel ventesimo secolo.
A questo proposito, quasi rispondendo alle polemiche scoppiate lo scorso anno, in seguito alle notizie circolate su alcuni sacerdoti della Repubblica Ceca accusati di collaborazionismo con l’antico regime comunista, Pavel Vošalík ha riconosciuto il contributo di speranza della Chiesa nei tempi dell’oppressione.
“In quei giorni di sofferenza – ha detto –, la Chiesa, sebbene sottoposta a dura prova, ha sostenuto la nostra nazione e i suoi perseguitati, offrendo loro speranza e coraggio nei momenti più difficili. Santità, la prego di accettare i nostri più sinceri ringraziamenti per tale sostegno”.
Inoltre, ha osservato, in questi ultimi vent’anni dalla caduta della Cortina di Ferro “la Chiesa ha continuato a prestare aiuto a quanti, in quel periodo, erano esitanti e bisognosi”.
Un impegno quello portato avanti dalla Chiesa e della Caritas nazionale messo in luce anche da Benedetto XVI che ha sottolineato i positivi frutti della cooperazione tra realtà dello Stato e quelle della Chiesa.
Il Papa si è quindi fiducioso che, nella presidenza di turno dell’Unione Europea, la Repubblica Ceca darà un contributo rilevante nella creazione di “unità e diversità, sovranità nazionale e azione condivisa, progresso economico e giustizia sociale nel continente”.
Infine, ha espresso le sue condoglianze per la tragica morte dell’ambasciatore della Repubblica Ceca presso lo Stato pachistano, Ivo Žd’árek, rimasto vittima, il 20 settembre scorso, del sanguinoso attentato all’hotel Marriott di Islamabad, che ha ucciso 53 persone e ferito 270.
“Prego ogni giorno – ha concluso Benedetto XVI – affinché questi atti di aggressione abbiano fine e incoraggio quanti sono impegnati nel servizio diplomatico a dedicarsi con sempre maggiore intensità a facilitare la pace e a garantire la sicurezza nel mondo”.