Un Congresso analizza la figura di Giovanni Paolo I

Nel 30° anniversario della sua morte

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VENEZIA, venerdì, 26 settembre 2008 (ZENIT.org).- Si è concluso questo venerdì un Congresso sulla figura di Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I, nella Diocesi di Venezia, della quale fu Patriarca prima di essere eletto Papa.

Il Congresso, dal titolo “Papa Luciani, dal Veneto al mondo”, ha voluto sottolineare nel 30° anniversario della sua morte non il suo breve pontificato, ma la sua opera come sacerdote e Vescovo. I partecipanti si recheranno nel fine settimana a Roma, dove domenica celebreranno un’Eucaristia nella Basilica di San Pietro.

Domenica l’attuale Patriarca di Venezia, il Cardinale Angelo Scola, celebrerà una Messa commemorativa nella Cattedrale di San Marco, alla quale parteciperà il movimento Comunione e Liberazione.

Passione missionaria

Nel corso del Congresso, ricorda “L’Osservatore Romano”, tra gli altri aspetti della personalità di Papa Luciani è stato sottolineato il suo grande amore per le missioni, come si deduce dai suoi molti scritti sulla questione.

In particolare, si è dedicata attenzione a una Lettera alla Diocesi di Venezia pubblicata nell’ottobre 1996 dopo una visita compiuta in Burundi. La Lettera, spiega l’esperto Roberto Morozzo della Rocca, spiegava che il futuro Papa era “un uomo pratico refrattario a questioni ideologiche”.

L’allora Patriarca di Venezia aveva molto a cuore il rapporto tra la missionarietà e l’autonomia delle Chiese locali, che nel Concilio provocò un ampio dibattito.

Per lui non c’era contrasto tra queste realtà, visto che “la Chiesa è unica ed è la medesima in Veneto e all’altezza dell’Equatore, il Vangelo è unico per tutti, la grazia si effonde sugli uni come sugli altri, e in ogni caso chi ha l’ultima parola è il Vescovo locale, non una teoria intellettuale”.

Ciò che contava, secondo il futuro Pontefice, era l’evangelizzazione. Per Morozzo della Rocca, la sua visione della questione missionaria “mostra un Vescovo che vive il primato della pastoralità, un moderato che non vuole perdere il buono delle tradizioni ma anche vuole capire la realtà presente”.

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ZENIT Staff

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