Il Card. Grocholewski esorta ad "aumentare la cultura religiosa dei fedeli"

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 25 settembre 2008 (ZENIT.org).- L’aumento della cultura religiosa dei fedeli è l’obiettivo riconosciuto agli Istituti Superiori di Scienze Religiose dal Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica.

Presentando questo giovedì nella Sala Stampa della Santa Sede l'”Istruzione sugli Istituti Superiori di Scienze Religiose”, il porporato ha ricordato come con il Concilio Vaticano II si sia intensificato “tra i fedeli – laici e religiosi – un vivo interesse per lo studio della Teologia e di altre scienze sacre, per arricchire con esse la propria vita cristiana, essere capaci di dare ragione della propria fede, esercitare fruttuosamente l’apostolato loro proprio e poter collaborare con i ministri sacri nella loro specifica missione”.

Nel periodo post-conciliare, la Chiesa ha quindi cercato sempre più di curare “un’adeguata formazione dei fedeli laici, con modalità specifiche”, ha aggiunto, ricordando gli Istituti Superiori di Scienze Religiose (ISSR), previsti sia dal Codice di Diritto Canonico che dal Codice dei Canoni delle Chiese Orientali.

Gli ISSR sono stati introdotti nel sistema educativo della Chiesa soprattutto per preparare i futuri insegnanti di religione nelle scuole e, tramite la Facoltà Teologica “sponsorizzante”, rilasciavano alla fine di quattro anni di studi il Diploma di Magistero in Scienze Religiose.

Con l’avvio del “Processo di Bologna”, ha ricordato il Cardinale, in molti Paesi sono state riviste le leggi relative al conseguimento dei titoli professionali per accedere all’insegnamento nei diversi gradi di scuola, con conseguenze anche per gli insegnanti di religione, che possono insegnare solo dopo aver conseguito un titolo accademico rilasciato dopo almeno cinque anni di studio.

Alcune Conferenze Episcopali, come quella italiana e quella spagnola, hanno quindi sottoposto all’approvazione della Congregazione i progetti di riordino degli ISSR tenendo conto delle nuove esigenze normative, così come ci sono state richieste, da parte dei Vescovi di alcuni Paesi che finora non hanno avuto questi Istituti, di poterli erigere.

In questo contesto, la Congregazione per l’Educazione Cattolica ha redatto la nuova Istruzione sugli ISSR, che come in passato saranno collegati alle Facoltà Ecclesiastiche di Teologia, “che ne garantiranno il livello accademico”.

L’obiettivo degli Istituti, osserva il Cardinale, è quello di “promuovere la formazione religiosa dei laici e delle persone consacrate, per una loro più cosciente e attiva partecipazione ai compiti di evangelizzazione nel mondo attuale, favorendo anche l’assunzione di impieghi professionali nella vita ecclesiale e nell’animazione cristiana della società; preparare i candidati ai vari ministeri laicali e servizi ecclesiali; qualificare i docenti di religione nelle scuole di ogni ordine e grado, eccettuate le Istituzioni di livello universitario”.

La durata degli studi degli ISSR è ora di cinque anni, strutturati in due cicli: il primo di tre anni, al termine del quale si consegue il Baccalaureato in Scienze Religiose, e il secondo di due, al termine del quale si consegue la Licenza in Scienze Religiose.

Il testo dell’Istruzione è stato preparato dalla Congregazione con la collaborazione di un gruppo di esperti ed è stato approvato da Benedetto XVI nel corso dell’Udienza concessa al Cardinale Grocholewski il 13 giugno scorso.

L’Istruzione, ricorda il porporato, si articola in tre parti e delinea “la fisionomia di questi Istituti (artt. 1-37) per quanto concerne la loro promozione, la materia di insegnamento e l’ordinamento degli studi, le diverse autorità accademiche, il loro ruolo e competenze, gli statuti dei singoli Istituti, i docenti, gli studenti, i gradi accademici e i sussidi didattici ed economici”, “la procedura per l’erezione di un ISSR (artt.38-43)” e “le norme finali (artt. 44-48) concernenti principalmente le eventuali inadempienze nell’osservanza dei requisiti da parte dei singoli Istituti, la modifica dei loro statuti e le norme transitorie circa il passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento”.

“È da augurarsi che questi Istituti possano contribuire efficacemente ad aumentare la cultura religiosa dei fedeli”, ha affermato.

“Ciò – ha aggiunto – non dipende tanto dal loro numero, bensì specialmente dalla loro qualità e dalla loro capacità di individuare adeguatamente quali sono i veri bisogni dei fedeli, ai quali detti Istituti sono chiamati a rispondere, per poter far crescere veramente, in spirito e verità, il Corpo Mistico di Cristo”.

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ZENIT Staff

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