E' urgente promuovere la tolleranza religiosa

L’appello di monsignor Tomasi al Consiglio per i Diritti Umani

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 24 settembre 2008 (ZENIT.org).- E’ urgente promuovere la tolleranza religiosa nel mondo: è l’appello lanciato davanti al Consiglio per i Diritti Umani a Ginevra dall’Arcivescovo Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede all’Ufficio ONU della città elvetica.

Di fronte all’intensificarsi di manifestazioni violente di intolleranza religiosa in diverse regioni geografiche, monsignor Tomasi – secondo quanto reso noto dalla Radio Vaticana – ha messo in guardia sul fatto che “l’impunità di questi crimini, che spesso si verifica, fa passare il messaggio che le aggressioni violente o addirittura l’eliminazione fisica di persone di un’altra religione siano accettabili”.

Sessant’anni fa la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo voleva sostenere l’opposto, difendendo “il diritto di ognuno alla libertà di pensiero, coscienza e religione”, ha detto.

La Santa Sede ha espresso preoccupazione per la discriminazione ai danni delle minoranze religiose, che siano maltrattamenti sociali, pregiudizi politici o violenze.

Alla luce di ciò, monsignor Tomasi ha chiesto che ogni Stato assicuri “un’azione concreta a tutti i livelli: legislazione nazionale, sistema giudiziario, governo, sistema educativo, media, persino a livello delle stesse comunità di fede”.

Il presule ha inoltre sottolineato che “leggi sulla blasfemia possono essere armi da usare contro nemici personali o come scusa per provocare violenza”.

Intervenendo nei giorni scorsi sempre a Ginevra, all’Assemblea dei membri dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, l’Arcivescovo Tomasi ha ribadito che la Santa Sede è particolarmente attenta alle dimensioni etiche e sociali che coinvolgono e segnano la persona e le sue azioni.

Il presule ha poi riconosciuto la necessità di tutelare la proprietà intellettuale ed ha parlato a favore di “un equilibrio nelle normative che tenga conto dei Paesi più poveri e che possa valorizzare le loro specificità e identità”.

Accennando alle problematiche ancora aperte in materia di proprietà intellettuale, monsignor Tomasi ha quindi voluto sottolineare la responsabilità anche di chi opera in questo campo di “contribuire per una sempre più pacifica e equa comunità internazionale”.

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ZENIT Staff

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